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R.BRUNETTA (Editoriale sul ‘Sole 24 Ore’): “Piano sui conti: come gestire il sentiero stretto della Ue”

 

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Ci siamo. Entro la prima metà di settembre il MEF presenterà a Governo e Parlamento il nuovo Piano fiscale strutturale di medio termine, il nuovo strumento di programmazione che sostituisce e incorpora, con la riforma del Patto di Stabilità europeo, il Documento di economia e la sua tradizionalnota di aggiornamento di settembre (Nadef).

La Commissione europea raccomanda che il Piano Strutturale sia discusso da ogni singolo Governo non solo con il Parlamento e gli organismi indipendenti di valutazione dei conti pubblici, ma anche con le parti sociali e territoriali. In qualità di Presidente del Cnel, negli scorsi mesi ho più volte sottolineato come questa particolare congiuntura storica, a livello internazionale, riporti al centro del dibattito politico l’importanza di un patto sociale in cui ricomporre la inevitabile disarticolazione dei rapporti che segue le grandi transizioni in atto. Si tratta di una disarticolazione che, se non gestita, in particolare sul mercato del lavoro, rischia di ostacolare la crescita e la modernizzazione del Paese, aggravando il gap nei salari reali che alimenta nel nostro Paese il disagio sociale. Il Governo ha già in parte dato seguito a questa sollecitazione con la conversione in legge del Dl 19/2024, prevedendo l’ingresso del Cnel, nella persona del suo Presidente, alla Cabina di Regia sul Pnrr. Lo stesso Cnel ha, inoltre, attivato al proprio interno un Comitato Produttività al fine di dare seguito alla raccomandazione della Ue che prevede la creazione di comitati indipendenti per analizzare gli sviluppi e le politiche pubbliche in tema di produttività e competitività, contribuendo, insieme alle parti sociali, all’elaborazione e all’implementazione delle riforme necessarie a sostenere la crescita economica a livello nazionale. Un ruolo che il Cnel è pronto a ricoprire anche in relazione alla stesura del Piano Strutturale di Bilancio, assolvendo, così come prevede anche l’articolo 99 della Costituzione, alla funzione di ausilio tecnico nelle diverse fasi di attuazione, monitoraggio e valutazione delle politiche economiche e degli impatti che le diverse componenti del Piano produrranno in tale ambito. Un ruolo che presuppone, per sua natura, continuità e capacitybuilding nei processi di ascolto, dialogo e condivisione, per assicurare il principio di effettività e di partecipazione, concorrendo in maniera proattiva anche all’avvio di una dinamica virtuosa in termini di produttività complessiva del sistema economico italiano.

Al Paese servono, dunque, più crescita e più coesione sociale, obiettivi questi che si raggiungono solo in una ottica di medio-lungo periodo attraverso una strategia continua di riforme, riforme possibili solo all’interno di un patto sociale intergenerazionale. Ecco questa è la sfida che abbiamo di fronte, è bene esserne tutti consapevoli. Sono finiti i tempi degli egoismi e dei relativi consensi congiunturali che non sono mai serviti a nulla.