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Il rigore a senso unico

 
Dopo una notte di trattative al Mise gli operai delle Acciaierie Speciali Terni hanno avuto la buona notizia: ThyssenKrupp (proprietaria delle acciaierie) ha ritirato le procedure per la mobilità di 550 lavoratori. 
 
Una notizia del genere deve tuttavia indurci ad una riflessione seria sulle cause che hanno generato questa situazione. E l’elemento su cui riflettere è essenzialmente uno: l’Europa. 
 
Se Terni rischia è perché l’Europa ha forzato la mano ai danni dell’Italia. Quando nel 2012 i finlandesi di Outukumpu acquistarono Inoxum da ThyssenKrupp, la Commissione europea autorizzò l’acquisizione subordinando la vendita alla cessione dell’impianto di produzione di acciaio inossidabile di Inoxum situato a Terni. “La Commissione”,si legge nel comunicato stampa di novembre 2012,” temeva che l’associazione dei due principali fornitori di prodotti di acciaio laminati a freddo conferisse all’impresa risultante dalla concentrazione la facoltà di aumentare i prezzi”.
 
Insomma: l’Europa applicando una nozione di mercato rilevante discutibile – perché il mercato dell’inossidabile è un mercato globale, non continentale – e temendo un aumento dei prezzi non dimostrabile, ha giocato d’anticipo danneggiando Terni e l’Italia. E lo ha fatto in nome di un rigore che ha voluto intendere le nozioni di concorrenza e mercato rilevante in maniera troppo stretta. 
 
Ad oggi non sappiamo cosa sarebbe accaduto senza il niet della Commissione Antitrust e non lo sapremo mai. Ciò che invece è certo è che talvolta il rigore europeo, non solo quello dei conti, sembra avere un unico bersaglio: Noi.