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BERLUSCONI. Guarda il mondo con l’angoscia e le responsabilità dello statista. In fretta deve poter avere agibilità politica piena. Non ce n’è altri che siano alternativa a Renzi. Intanto si afferma la strana alleanza Battista-Travaglio uniti nella guerra contro Putin (e Berlusconi). Decalogo del lunedì

 

 Berlusconi amarezza

  1. 1.     Un leader che cosa fa in un momento difficilissimo, a rischio di tragedia per il proprio Paese e del mondo? Deve vedere qualcosa oltre il duro inverno, qualcosa che somiglia alla primavera. Comunicare questa certezza. Ma la primavera va preparata dicendo la verità sulla tempesta che incombe, per superarlo, questo maledetto inverno, e non morirne. Verità e prospettiva.

 

  1. 2.     Berlusconi nel suo discorso, gravemente sottovalutato ieri dai Tg e Tgr della Rai e oggi dai giornaloni, ha trasmesso questa angoscia sul presente, frutto di osservazione della realtà. E insieme indicato la strada per passare la nottata.

 

  1. 3.     Così comunica uno statista. Non cerca di cavalcare il consenso regalando occhiali rosa e innalzando mongolfiere color caramella per coprire lo sfondo di tenebra. Lo scopo di uno statista non è farsi applaudire dal proprio popolo, che è la sua famiglia. Siccome gli è cara, gli importa di salvarla, a costo di essere brutale.

 

  1. 4.     La situazione internazionale, ha detto, “ci angoscia”. Ci si allontana dallo spirito di Pratica di Mare, cioè dalla pace. Ora la Nato si raduna e martella di sanzioni (“ridicolmente, incredibilmente, irresponsabilmente”) la Russia e si progettano truppe scelte e rapide per colpirla, trattandola da aggressore, progettando basi stabili ai suoi confini. Senza capire che Putin ha il dovere di difendere il proprio popolo dovunque esso sia, anche se con cittadinanza ucraina, i russi dovunque essi siano restano “fratelli”.
  2. 5.     Ieri abbiamo trascritto integralmente (su www.ilmattinale.it) le parole di Silvio Berlusconi, sull’assenza di una leadership reale dell’Occidente, sulla necessità di rafforzare il legame con Mosca, trovando soluzioni equilibrate nella crisi ad Est dell’Europa per dirigere insieme le forze contro il terrorismo islamico del Califfato e delle sue propaggini asiatiche, africane, ma anche di casa nostra.

 

  1. 6.     C’è una carenza di leadership internazionale. Che rischia di portare a un tracollo della pace e dell’economia, poiché le parole sono due, ma sono una cosa sola nella vita dei popoli. Nei giorni scorsi abbiamo spiegato come la geopolitica ci imponga di avere rapporti di forte collaborazione con Mosca lungo l’asse che passa dalla Germania. Questo percorso oggi è impossibile, poiché la Germania della Merkel ha preferito scegliere la strada della propria egemonia egoistica, invece che dare forza all’Europa intera così da essere una superpotenza capace di stabilire ponti tra America e Russia, parimenti amiche dopo la fine del comunismo e nella individuazione del comune nemico militare, ideologico, totale, che è l’Islam fondamentalista e terrorista.

 

  1. 7.     Angoscia dunque. In bocca a Berlusconi, che è naturalmente ottimista, questo richiamo deve colpire tutti. Il Cavaliere sente spesso Putin, ne conosce l’animo. E comprende come la “guerra fredda” sia oggi immotivata ideologicamente. Non c’è più il totalitarismo comunista da fronteggiare, ma un popolo che ha valori e interessi perfettamente compatibili con i nostri, e dove non lo sono con quelli di Stati vicini, si può e si deve trovare un compromesso che salvi l’essenziale, cioè la pace e la libertà. Invece siamo alla irresponsabilità sia di Obama sia degli alleati della Nato. Questi ultimi partono magari con buone intenzioni per “integrare” la Russia (vedi alla voce Mogherini), ma poi si acciambellano, senza forze a causa della crisi e/o per innato servilismo, dinanzi allo strapotere militare ed economico di Obama spalleggiato da Cameron.

 

  1. 8.     Due conseguenze chiare e forti. Dinanzi a questa carenza di leadership, è urgente, urgentissima la restituzione dell’agibilità politica a Berlusconi. È indecente che il facitore del grande accordo tra Nato e Russia a Pratica di Mare, e che conserva relazioni internazionali penetranti, sia oggi impossibilitato – innocente! – a essere quello che sa essere per la pace nel mondo.

 

  1. 9.     (Naturalmente questa agibilità-che-non-c’è ha un riflesso sulla forma della nostra opposizione e di tutta la politica in Italia. Oggi, come dimostrano sondaggi generalisti e quelli tra gli imprenditori, la gente pur giudicando male l’operato del governo, non intravvede altra strada che Renzi. Non perché non siano chiare le posizioni alternative in economia e sul lavoro, come sugli esteri. Ma perché non c’è in giro nel centrodestra alcun leader immediatamente alternativo a Berlusconi, e i leader non si creano con le gare di selezione, ma vengono su come una forza della natura. Non è stato forse così per Renzi? Non è stato creato dalle primarie. Le primarie hanno sancito quello che la struttura del Pd ha cercato prima di bloccare e poi ha dovuto accettare, con contraddizioni spaventose, che infatti consegnano Renzi al nulla di fatto). 

 

  1. 10.                        Qui occorre dedicare un appunto molto serio alle tesi espresse da Pierluigi Battista sul “Corriere della Sera”. La ridicolizzazione che egli fa di chi non vuole demonizzare Putin, equiparandolo al culto dato dal Pci a Stalin, è offensiva sia per la Russia sia per chi ha sempre combattuto fieramente il totalitarismo comunista. La Russia è oggi certo differente da noi, ma è la Russia che si è ricollegata alla sua cultura ortodossa, da qui il sostegno di Solgenitsin a Putin, da qui anche la capacità di resistenza al terrorismo islamico.

 

Ascolti Battista le lezioni che Sergio Romano e Piero Ostellino, che a Mosca sono stati al tempo di Breznev e di Gromiko, hanno impartito dalle colonne del “Corriere”, faccia una telefonata a quei suoi colleghi.

 

È stupido e irresponsabile cercare di piazzare missili e basi Nato intorno alla Russia. È un suicidio per l’Europa chiudere le frontiere commerciali con Mosca avendo un interscambio di 500 miliardi all’anno di euro. Mentre gli Usa ne hanno 18. E hanno tutto l’interesse a sostituire la Russia come fornitore di gas, ricattando la fragile e vecchia Europa.

 

Singolare poi che per una volta la posizione di Battista coincida con quella del suo arci-nemico giornalistico Marco Travaglio che su “Il Fatto”  manifesta anche lui oggi una volontà bellicista molto spiritosa,  a proposito del no di Renzi e Mogherini alla “opzione militare”: “La bombardiamo di gelati Grom. Nessun intervento di terra, solo aquiloni e alianti”. E qualcuno dice, anche dalle nostre parti, che sarebbe il miglior giornalista italiano. Povera Italia.