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DRAGHINOMICS IN PILLOLE. Dalla lettera della Bce al Governo italiano del 5 agosto 2011 alla riunione del Consiglio direttivo della Bce del 4 settembre 2014

 

 The European Central Bank's new chief Ma

  • 5 agosto 2011: Lettera della Bce all’Italia, da cui emerge l’inadeguatezza e l’impotenza  della banca centrale nella fase iniziale della crisi. Lettera dai contenuti senz’altro giusti, ma irrituale. Sicuramente non uno strumento di politica monetaria.

  • 26 luglio 2012: In risposta al susseguirsi di ondate speculative nell’eurozona, che a luglio 2012 interessavano in particolare la Grecia, che in quei giorni si vociferava addirittura potesse uscire dalla moneta unica, in un discorso a Londra, Mario Draghi si impegna a “fare di tutto per salvare l’euro”.

  • 6 settembre 2012: facendo seguito all’impegno di Londra, la Bce annuncia un articolato piano di acquisto di titoli di Stato con scadenza fino a 3 anni sul mercato secondario (OMT: Outright Monetary Transactions), previa sottoscrizione, da parte dei paesi interessati, di un Memorandum of Understanding. Il piano non è stato mai messo in atto perché nessun paese lo ha richiesto: è bastato solo l’annuncio della Bce per “placare i mercati” (e raffreddare gli spread).

È così che abbiamo tutti apprezzato le misure non convenzionali di politica monetaria adottate da Mario Draghi, ed è, parimenti, a questo punto che ci siamo resi conto che la politica monetaria da sola non basta a risolvere i problemi dell’eurozona.

Anche i governi devono fare la propria parte, perché è attraverso la buona politica economica che la politica monetaria si trasmette all’economia reale. E le riforme strutturali, che creano le condizioni per la buona riuscita delle decisioni di politica monetaria, devono essere simultanee e coordinate in tutti i paesi dell’area euro (ognuno secondo le proprie specificità e necessità), per far sì che ciascuno di essi possa beneficiare degli effetti positivi delle riforme messe in atto dai paesi limitrofi. Motivo per cui Mario Draghi ha auspicato la creazione di una governance europea delle riforme”.

  • 22 agosto 2014, Jackson Hole: “La flessibilità esistente all’interno delle regole dovrebbe essere usata per meglio indirizzare la ripresa debole e per fare spazio ai costi per le necessarie riforme strutturali”.

  • 4 settembre 2014: Nella conferenza stampa a margine del Consiglio direttivo della Bce, Mario Draghi ha annunciato, oltre alla riduzione del tasso di interesse di riferimento al minimo storico dello 0,05%:

  • un’operazione, che partirà il prossimo 18 settembre, di finanziamento a lungo termine (4 anni) alle banche, finalizzata alla concessione, da parte di queste ultime, di credito a famiglie e imprese (Tltro: Targeted Long Term Refinancing Operation).

  • il lancio di un piano di acquisto, a partire dal prossimo ottobre, di Asset Backed Securities (Abs), vale a dire l’acquisto, da parte della Bce, di titoli che impacchettano crediti che le banche vantano nei confronti di famiglie e imprese, alleggerendo in tal modo i bilanci degli istituti finanziari, che così possono tornare a fare credito all’economia reale.