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Brunetta: Rai, “Trasparenza, siamo di fronte a imbroglio: governo gioca su equivoco”

 

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“Per la quinta volta nel corso di quest’anno richiamo l’attenzione del governo sulle norme in tema di trasparenza dei compensi Rai, purtroppo questo esecutivo fino ad ora ha ampiamente dimostrato di brancolare nel buio e di non rispettare le chiarissime norme vigenti al riguardo”. Lo ha detto Renato Brunetta, capogruppo di Forza Italia alla Camera, discutendo in Aula a Montecitorio una sua interpellanza urgente al governo.

“Da quasi un anno – ha sottolineato il presidente dei deputati azzurri – è stata approvata la legge 30 ottobre 2013, n. 125, di conversione del decreto-legge 31 agosto 2013, n. 101, recante misure di razionalizzazione della PA, che prevede per la Rai l’obbligo di comunicare al Dipartimento della Funzione pubblica della Presidenza del Consiglio dei ministri e al Ministero dell’Economia e delle finanze tutti gli opportuni dati relativi al costo annuo del personale comunque impiegato, in conformità a specifiche procedure definite d’intesa con i predetti dicasteri”.

Dichiarandosi “assolutamente insoddisfatto” per la risposta del governo, il presidente Brunetta ha aggiunto: “Qui si gioca sull’equivoco, per cui la mancata pubblicazione del costo del lavoro relativo ai singoli rapporti di lavoro dipendente e autonomo, come previsto dalla legge 30 ottobre 2013 n. 125, è successiva alla normativa citata del 2001 sul costo del lavoro. Ed è successiva anche al parere formulato dalla Commissione di vigilanza rispetto al contratto di servizio che ribadisce gli obblighi della succitata legge 30 ottobre 2013 n. 125”.

“Per cui, la nota che fa riferimento agli obblighi previsti dalla normativa del 2001, viene superata dalla normativa 30 ottobre 2013 n. 125, e specificamente per la Rai richiede non una generica valutazione di costi, ma i costi relativi ai singoli rapporti di lavoro dipendente o autonomo. A questo riguardo, le osservazioni che ben conosco sulla competizione, il mercato, la concorrenza e così via, sono superate dalla legge, non solo dalla legge succitata, ma anche dal contratto, dal parere parlamentare della Commissione di vigilanza Rai. Più di così. Qui si vuole giocare sull’equivoco”.

“Qui siamo di fronte a un imbroglio. A un imbroglio interpretativo. Il Parlamento chiede che venga rispettata una legge e un parere parlamentare di una Commissione bicamerale, la Commissione parlamentare di vigilanza. Si vuole rispettare la legge del 30 ottobre? Lo dica il governo: sì o no. Se sì lo faccia, se no cambi la legge e si assuma tutte le responsabilità di cambiare la legge e chieda al Parlamento di cambiare il proprio parere sul contratto di servizio”.

“Servono risposte e serve serietà nei confronti dei cittadini e nei confronti del Parlamento che vorrebbe vedere applicate le leggi”, ha concluso Brunetta.