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RENZI. Annuncite molesta. “Porta a Porta” fa una raffica di annunci cui non riuscirà a tenere fede. Catalogo delle nuove promesse, ma il cammello non lo fa mai vedere

 

 Renzi

  1. 1.     Ridurrò ulteriormente l’Irap

Renzi ci ricasca. Non sa ancora se i famigerati 20 miliardi dalla spending review ci saranno davvero e già annuncia nuovi provvedimenti a favore, dice, di famiglie e imprese. Il lupo perde il pelo, ma non il vizio. E a Renzi non crede più nessuno.

  1. 2.     Ridurrò le tasse sul lavoro – Estenderò i benefici fiscali della misura degli 80 euro alle categorie che non ne hanno goduto

Con la mancia elettorale degli 80 euro, l’aumento del potere d’acquisto di alcune categorie di contribuenti è stato caricato tutto sulle altre. E, ad ogni modo, il provvedimento non ha prodotto alcun effetto positivo sui consumi, sulle aspettative, sull’occupazione. Davvero Renzi vuole confermarlo? O ridurre le tasse sul lavoro è un’altra cosa?

  1. 3.     Tutti coloro che hanno crediti verso la pubblica amministrazione possono essere pagati anche subito. Mi mancano gli ultimi 2 miliardi, se li pago sforiamo la soglia del 3%

Sul sito del ministero dell’Economia e delle finanze l’aggiornamento è del 21 luglio 2014 e i debiti della Pa pagati ai creditori ammontano a 26,1 miliardi, di cui 22,8 miliardi liquidati dal governo Letta e solo 3,3 miliardi dal governo Renzi. Il prossimo aggiornamento è previsto per il 21 settembre, quando in teoria i pagamenti dovrebbero essere stati tutti effettuati. Ne deriva che ad oggi, dei 68 miliardi promessi Renzi ha pagato solo 3,3 miliardi. Pari al 4,85%.

  1. 4.     Nella finanziaria ci sarà un limite alla tassazione dei comuni. Ci sarà una tassa sola e sai quanto costa

Proposta choc a Matteo Renzi. Se davvero vuole abbassare la pressione fiscale in Italia cancelli la tassa sulla casa. Come fece Berlusconi con l’Ici nel 2008. I cittadini sono esasperati, per gli importi da pagare, per il caos delle scadenze e per il continuo cambiare dei nomi delle imposte comunali. Basta!

  1. 5.     Non ci saranno tagli lineari. Sarà la manovra di tagli più grande mai fatta

Come abbiamo più volte scritto, la montagna ha partorito il topolino. Verrà, infatti, utilizzata la stessa logica utilizzata da Gordon Brown nel Regno Unito e da Giulio Tremonti in Italia, con la sola differenza che mentre la spending review inglese funziona, la nostra no. L’attuale struttura contabile italiana impedisce di trasformare il bilancio dei singoli ministeri in veri e propri budget. Fin quando non verrà abbandonato l’ormai obsoleto ordinamento contabile pubblico nessuna seria spending review potrà essere effettuata.