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Renzi finisce sotto la lente di MicroMega: le sue proposte sono bolle di sapone

 

matteo renzi

 

 

Da quando è in politica, il sindaco di Firenze Matteo Renzi ha suscitato diverse reazioni. Apprezzato da alcuni, inviso a molti, si è imposto all’opinione pubblica per la sua strenua volontà di rottamare gran parte dei big del suo partito.

In una prima fase, ha cercato di guadagnare popolarità e consensi puntando sul giovanilismo un tanto al chilo, complice anche una politica incapace, nella maggior parte dei casi, di rinnovarsi e mutare schemi di ragionamento. Ma l’anagrafe di per sé non può essere garanzia di autorevolezza, né tantomeno di preparazione; infatti, una volta archiviata la rottamazione, il Renzi – pensiero ha iniziato a perdere smalto, a tal punto che in tanti, all’interno del centrosinistra, hanno ripreso a criticarlo con vigore e veemenza.

A stroncarlo ora anche Micromega, celebre rivista di punta del pensiero intellettualoide della sinistra che conta. “Renzi, sotto il vestito niente” è il titolo di un articolo scritto da Pierfranco Pellizzetti e pubblicato in tale sede il 28 ottobre scorso.

“Potrebbe iniziare a farci paura anche il mutare di espressione Matteo Renzi – si legge nel testo – ; quando viene contraddetto e sul volto paffuto con sventagliata di nei del sorridente giovanotto cala per un istante l’ombra di un odio allo stato puro. Poi il ragazzo meraviglia recupera il cliché modello “compagnone in gita”. Ma intanto il velo si è squarciato e si capisce il vero senso di quanto avviene; cui le parole forniscono un semplice supporto sonoro – tutto sommato privo di trasmissioni concettuali – al servizio di operazioni puramente emotive”.

Non mancano riferimenti alla convention della Leopolda: “L’intera proposta politica renziana ha la consistenza di una bolla di sapone; anche se può affascinare i bambini di tutte le età, come il gioco di creare con un soffio effimere sfere iridescenti. Sicché, anteponendo la testardaggine all’incantamento, l’analisi dei quattro punti della Visione (Italia, Europa, Lavoro, Educazione), accompagnata dallo slogan misterico (e con l’impronta digitale del solito spin-doctor) “diamo un nome al futuro”, rivela una banalità al limite della presa in giro. Pura cultura dei preliminari; che poi è l’antico “partiam partiamo” apoteosi dell’inconcludenza”.

 

Per Micromega Renzi sarebbe dunque il guru dell’ovvietà, una sorta di contenitore vuoto riempito ad effetto solo per suggestionare il pubblico. Che però non è un giocattolo da utilizzare a proprio piacimento: gli italiani sapranno valutare. E riconoscere proposte serie da slogan effimeri e vuoti.

 

Angelica Stramazzi

TW@AngieStramazzi