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Brunetta: Cancellieri, “Le rinnoviamo nostra fiducia, necessaria riforma giustizia”

 

Italian foreign minister Anna Maria Canc

 

 

“Il messaggio alle Camere del Presidente della Repubblica, ricorda che attualmente nelle carceri il 38 per cento dei circa 65 mila reclusi è, secondo Costituzione, innocente. Sapendo che circa il 40 per cento di essi sarà alla fine assolto, significa che circa diecimila sono i detenuti che ex post avranno subito una ingiusta privazione della libertà”. Così Renato Brunetta, capogruppo del Pdl alla Camera dei deputati, intervenendo in Aula a Montecitorio, durante l’informativa del ministro della Giustizia sulla vicenda di Giulia Ligresti.

 

“Questo è lo scandalo, non la Sua telefonata! Che Paese è questo, in cui noi qui oggi ci riuniamo a giudicare una persona che ha tentato di alleviare una condizione di sofferenza, invece che esaminare come e quando siano state ingiustamente applicate le manette?”.

 

“Per questa telefonata Ella, signora Ministro, ha dovuto rispondere alla Procura di Torino che le ha chiesto spiegazioni. E le spiegazioni sono state accolte, e la certezza che lei non abbia calpestato i suoi doveri è stata ribadita pubblicamente dal Procuratore Caselli. Il funzionario cui lei si è rivolta ha detto di non aver subito pressioni indebite, e di non aver agito successivamente né per induzione né per costrizione, garantendo di aver registrato la segnalazione nell’ambito del pieno rispetto della sua autonomia”.

 

“Tutto questo suscita un paragone che si impone, presidente Speranza, ictu oculi, come dicono gli avvocati, con quanto avvenuto il 27 maggio del 2010. Anche in quel caso i funzionari dello Stato hanno negato induzioni o costrizioni. Ma non mi dilungo oltre. In quel caso la Procura e poi il Tribunale di Milano hanno agito però con la potenza di una locomotiva dalle grandi ruote rosse”.

 

“Per questo, rinnovando la nostra fiducia al ministro Cancellieri, nello stesso tempo alziamo qui, forte e chiara, la richiesta che da questo caso emerge con prepotenza. La necessità della riforma della Giustizia, che investa le questioni della custodia cautelare, delle intercettazioni, e della condizione carceraria”.

 

“Che Paese è questo se non cambia questo stato di cose che urlano contro la coscienza civile? Sarebbe un Paese in cui non merita di vivere. Ed invece noi vogliamo viverci e cambiarlo. Renderlo più giusto, più buono”, conclude Brunetta.