Socialize

Brunetta: Cancellieri, “Bene ha fatto ministro ad agire per vie brevi e con pietas”

 

cancelleri

 

 

“Che Paese è questo? Che Paese è questo in cui si mette sotto accusa ora il ministro della Giustizia e, prima, un presidente del Consiglio che, obbedendo allo stesso sentimento di umanità senza cui il lavoro politico sarebbe un affare miserabile, alzano il telefono e cercano di salvare una vita o di scongiurare un sopruso”. Così Renato Brunetta, capogruppo del Pdl alla Camera dei deputati, intervenendo in Aula a Montecitorio, durante l’informativa del ministro della Giustizia sulla vicenda di Giulia Ligresti.

 

“Una persona soffriva, e nessuna custodia cautelare, sia essa giustificata o meno, deve poter mettere a rischio la salute e la vita. Quando un politico, per qualunque via, venga a conoscenza di un caso, come quello della signora Giulia Ligresti, ha il dovere di muovere le leve che sono legittimamente nella sua disponibilità. E la prima leva è il telefono. Senza tanto pensarci su, e senza alcun rammarico”.

 

“Lo dice il buon senso. Lo esige la nostra cultura giuridica e la nostra umanità. Chi di noi deputati, avendo notizia di una situazione del genere non avrebbe informato il Dap, telefonato al ministro o al sottosegretario, scritto una interrogazione o un’interpellanza? Che Paese è questo in cui si offende impunemente la reputazione delle persone? In cui si manipola il senso di telefonate innocenti, le si pubblica dopo intercettazioni illegittime e le si trasforma in oggetto di ludibrio politico?”.

 

“Capita oggi al ministro Cancellieri, a cui va oggi la nostra umana simpatia, il nostro rispetto, la nostra solidarietà e la nostra fiducia; è capitato ieri, e senza che dinanzi a questo si sia levata una voce istituzionale di difesa, al presidente del Consiglio Berlusconi”, sottolinea Brunetta.

 

“Signora Ministro, non si faccia intimidire, resti, e faccia ancora dieci, cento, mille telefonate. Anzi dodicimila trecento cinquanta, quante sono oggi le persone in carcere per custodia cautelare. Bene ha fatto il ministro ad agire per le vie brevi, sottoponendo il caso alla dirigenza del Dap, suggerendo una strada di umanità e buon senso. Non interferendo con la magistratura, non poteva farlo, tanto meno con quella di Milano”.

 

“Che Paese è questo se un ministro deve ringraziare la buona sorte per non essere capitata sotto il rito ambrosiano? Una persona stava male. Che fa un ministro? Deve esercitare la pietas. Non ci sono deroghe. E povero Paese quello dove uno deve avere paura di essere semplicemente se stesso e compassionevole”.

 

“Questa pietas non fa distinzioni di persone, e non può discriminare nessuno, nemmeno quelli che godono cattiva fama presso i veri padroni del vapore. Neanche quando c’è un Ligresti odiatissimo da De Benedetti e dunque dai suoi giornalisti. Abbiamo letto “Repubblica”, e come le sue firme pretendano di dettare la morale alle coscienze. Lei ha fatto bene a essere umanamente imprudente e buona”.