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Casa, cara casa. Crolla il settore dell’edilizia: costruttori a terra, imposte alle stelle.

 

Casa

 

 

 

 

Gli ultimi dati sul settore dell’edilizia, diffusi recentemente  dalla Banca d’Italia, sono drammatici. Il mattone si sta sgretolando, sotto le picconate di un prelievo fiscale squilibrato, di una gestione del settore improvvida e di una mancanza di consapevolezza della gravità del problema.

 

 

Tra il primo trimestre del 2008 ed il secondo del 2014 la perdita secca del giro d’affari  nel settore delle costruzioni è stata del 30%, con un effetto domino allarmante: nessuno investe più nel mattone, una volta bene rifugio per eccellenza; i costruttori sono in bolletta, muratori, manovali, geometri e carpentieri senza lavoro per un pesante – 1,5% in meno nel Pil totale del nostro Paese da addebitare al pesante calo del fatturato del settore.

 

 

Tasse

 

 

Le tasse sulla casa si pagano in tutti i Paesi. Vero. Il problema è che in Italia c’è una tale varietà di tasse e tassucole che un proprietario di 4 mura si trova a fine anno devastato dal prelievo fiscale. A cominciare dall’esclusivissima imposta sul registro, che si paga ancor prima di acquistare la casa e che oscilla tra il 4 ed il 10% del valore totale dell’immobile.  A ciò si aggiunge il deprezzamento del patrimonio immobiliare, che registra un calo del 33%: una casa acquistata per 500 mila euro nel 2008 frutta oggi circa 325 mila euro.

 

 

La casa, un tempo sicuro riparo è oggi un pericoloso azzardo. La politica fiscale sregolata di questi ultimi anni ha stravolto gli equilibri di un settore in salute fino al 2008.

 

 

Da sicuro riparo al correre ai ripari il basso è stato breve. Urge cambio di rotta.

 

 

Danilo Stancato

Twitter: @DaniloStancato