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Nel Pd danno i numeri. Tra brogli e marce indietro, ora criticano pure la collaborazione col Pdl

 

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Nel Partito Democratico stanno discutendo di aria fritta. Noi ce ne eravamo accorti già da un pezzo, loro ne prendono atto solo ora, quando la questione congresso e tesseramento sta assorbendo tutte le energie a loro disposizione.

Da giorni ormai non si parla d’altro: a livello locale, le procedure per l’elezione dei segretari provinciali e cittadini non sono state condotte esattamente all’insegna della trasparenza. Irregolarità e brogli sono stati la prassi, il rispetto delle regole prestabilite una eccezione.

Le previsioni più rosee lasciano immaginare che si arriverà a dicembre con mezzo partito spaccato, tanto per cambiare. In effetti, la diatriba interna tra Renzi e Cuperlo è piuttosto accesa. Il candidato dalemiano dichiara di aver conquistato la maggior parte dei congressi locali, attirando ovviamente su di sé le ire dei renziani. Che, manco a dirlo, ribadiscono una loro inequivocabile vittoria.

Insomma, siamo di nuovo allo psicodramma. Al filmino del tutti contro tutti. Alle chiacchiere improduttive. Pare essersene accorto persino il fiorentino Renzi, che ha invitato il suo partito a tornare “a discutere di questioni concrete”. Ecco, appunto. Sarebbe il caso di darsi una svegliata, visto che la disoccupazione è alle stelle, così come la pressione fiscale che grava su famiglie ed imprese.

 

Ci piacerebbe ricordare a questi signori – che poi sarebbero i nostri alleati nel governo di larghe intese – che il Paese si trova di fronte ad una drammatica emergenza sociale. In situazioni di questo tipo, si dovrebbe avere la capacità di riconoscere che senza la collaborazione delle principali forze politiche, non si va molto lontano. Anzi, non si va proprio da nessuna parte. Infatti il governo Letta è fermo al palo; e in materia economica, Saccomanni e compagni si limitano a scopiazzare (anche male) le proposte avanzate dal Pdl.

 

Giusto ieri, in una delle anticipazioni dell’ultimo libro di Bruno Vespa, Pierluigi Bersani tuonava contro le larghe intese, sostenendo che un suo esecutivo, magari formato anche dai cinque stelle, avrebbe proceduto a passo spedito. Sarà, ma ci risulta che l’ex segretario del Pd faccia ancora parte di un organismo politico che ha fatto del “tassa e spendi” il suo cavallo di battaglia.

Del senno di poi, son piene le fosse, caro Bersani. Ma conoscendo la tua storia e la tua provenienza, difficilmente saresti riuscito a risanare la nostra economia. Con o senza l’appoggio del Movimento 5 Stelle.

 

Angelica Stramazzi

TW@AngieStramazzi