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GENOVA. Di chi è la colpa?

 

Renzi

 

 

Giornate di fango nel capoluogo ligure. Giornate di fango da spalare e da gettare sugli altri, pur di dare in pasto agli italiani un colpevole e pur di evadere dalle proprie responsabilità. Le abbiamo viste e sentite  più o meno tutte in questi giorni. Dallo scaricabarile di Matteo Renzi, all’infelice blitz, tardivo ed intempestivo di Beppe Grillo, subissato di critiche ed insulti da chi il fango lo stava spalando da giorni. Abbiamo visto il sindaco Doria, colpito e affondato come l’omonima nave, con toni dimessi, imperversare nelle tv tentando di giustificare ciò che giustificabile non è. Una piramide di parole senza senso con al vertice il nostro Presidente del Consiglio nonché responsabile politico, in quanto titolare della delega, della Protezione civile. Renzi, fin dalle prime ore, aveva il dovere di recarsi tra quella che dovrebbe essere la sua gente. Invece, facendosi scudo dietro alla volontà di non mettere in scena nessuna passerella, a Genova non è andato. E’ fuggito dalle sue responsabilità, dai i suoi doveri istituzionali e morali e anzi ha spostato il tiro annunciando esorbitanti tagli delle tasse, nel tentativo di gettare una coltre di fumo negli occhi degli italiani. Ma non ha funzionato.

Mai nessun responsabile politico della Protezione civile aveva rinunciato, in passato, a recarsi sul luogo di un disastro avvenuto sul territorio nazionale. Personalmente non ho gradito il tentativo di scaricare la responsabilità dell’ennesima tragedia che ha colpito la Liguria  agli intoppi causati da burocrazia, giudici amministrativi e dal Tar, che avrebbero intralciato la messa in sicurezza delle aree a rischio. Chiacchiere da Tar, potremmo definirle.

Le zone devastate dall’alluvione sono grosso modo le stesse del 2011, ma i danni sono più del doppio. In 3 anni non è stato fatto nulla e, anzi, la capacità di far fronte a questo tipo di calamità è peggiorata sensibilmente. Cosa ha fatto in questi mesi il Presidente del Consiglio per implementare la messa in sicurezza delle aree già falcidiate dall’alluvione del 2011?Praticamente niente. Come intende farsi carico delle responsabilità che derivano dal suo ruolo di capo politico della Protezione civile? Distruggendola?

I cittadini liguri sono stanchi, urlano per le strade il loro sconforto totale e noi con loro. Veder spazzato via, per l’ennesima volta, il lavoro di ricostruzione miracolosamente realizzato con sacrifici e forza d’animo smisurati in questi anni è qualcosa di umanamente devastante.

 

 

Genova

 

 

Nella prevenzione e nella gestione dell’emergenza ligure Renzi, la Protezione civile e l’amministrazione di sinistra hanno sbagliato praticamente tutto. Il primo, decisivo  errore, l’allerta ritardata, ha moltiplicato la difficoltà nel gestire l’alluvione, che si è verificato “fortunatamente” di sera. Si fosse verificato di giorno il numero delle vittime sarebbe stato molto più alto, in quanto è stato colpito principalmente il centro produttivo della città. La gestione delle prime ore dopo l’avvenuto disastro è stata pessima: a liberare le strade da fango e detriti non c’era la Protezione civile, bensì volontari che dovevano, a loro spese, munirsi di pale. Perfino cibo e acqua sono stati forniti dai cittadini o offerti da esercizi scampati al disastro. I cittadini liguri hanno sottolineato il numero insufficiente dei mezzi Amiu (l’Azienda Multiservizi e d’Igiene Urbana) per la rimozione di fango e detriti.  Pochi, ma grossi; i mezzi Amiu, infatti, non sono riusciti ad accedere alla maggior parte delle vie di Genova, storicamente strette.  La maggior parte delle attività commerciali ha dovuto provvedere da sola con pale e volontari a liberare i tombini per il deflusso dell’acqua.

La Regione Liguria ha annunciato di poter rifondere i danni alle attività economiche fino a 30.000 euro, anche se non ci saranno certezze sulle coperture (il Presidente Claudio Burlando ha parlato di denaro in arrivo dalla legge di stabilità) almeno fino a venerdì, quando la riunione per stabilire tali somme avverrà all’atto della richiesta dello stato di calamità. Il precedente del 2011getta nello sconforto i titolari degli esercizi: la maggior parte degli ingenti danni risalenti a 3 anni fa non ha ricevuto alcun risarcimento.  I pochi che ne sono entrati in possesso hanno constatato l’entità risibile della cifra a fronte delle spese sostenute per far ripartire l’attività.

Per aiutare concretamente le persone in difficoltà è partita sui social network l’iniziativa che invita ad inviare le somme direttamente ai commercianti visto che dalle numerose raccolte via sms degli anni passati non è mai arrivato nulla.

Dal disastro naturale al disastro nella gestione e al disastro politico e sociale. C’è un solo modo per ridare speranza a questa gente. Che Renzi faccia il Presidente del Consiglio e che ci metta (VERAMENTE) la faccia. Si rimbocchi le maniche una volta per tutte e inizi ad aiutare quella povera gente. Sul serio.

 

 

Danilo Stancato

Twitter: @DaniloStancato