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Brunetta: Spending review, “Renzi non ha forza per attuarla, aumenteranno tasse”

 

Renzi

“Non basta dire Spending review. Né basta dire attueremo il piano Cottarelli. I motivi per cui affermiamo questo sono scritti proprio nelle slide che il Commissario alla revisione della spesa ha consegnato al governo il 18 marzo 2014.

Prima criticità: il ‘piano Cottarelli’ prevede un cronoprogramma in base al quale il governo avrebbe dovuto varare gli atti normativi di realizzazione dei risparmi, data la necessità di attuazione graduale degli stessi, entro aprile 2014. E questo non è avvenuto: per realizzare ciò che il governo dice siamo già fuori tempo.

Seconda criticità: i tagli previsti da Carlo Cottarelli ammontano a 7 miliardi nel 2014; 18 miliardi nel 2015 e 34 miliardi nel 2016. Con alcuni ‘caveat’ che il Commissario si è premurato di evidenziare: ‘è opportuno utilizzare nel quadro macrofiscale cifre più basse per evitare sorprese’; ‘una parte rilevante dei risparmi di spesa andrebbero a riduzione del deficit non della tassazione, soprattutto nel 2015 e 2016’; ‘i risparmi ottenuti a livello locale dovrebbero essere utilizzati per ridurre la tassazione locale’. Tutti questi suggerimenti, pervenuti da un professionista indipendente, Matteo Renzi non sembra volerli tenere in considerazione. Ricordiamo tutti lo scontro del 30 luglio 2014 tra il Commissario alla revisione della spesa e il presidente del Consiglio su ‘quota 96’.

Terza criticità: il merito dei tagli. L’accorpamento dei corpi di polizia, per esempio, che nel 2015 consentirebbe risparmi per 800 milioni di euro, è un tema che ha generato non poche perplessità. Lo stesso dicasi per la pubblicazione telematica degli appalti pubblici, che vale 200 milioni nel 2015 e che il governo ha già provato a proporre, salvo dover fare subito marcia indietro. Che dire ancora della riforma delle province, che dovrebbe consentire risparmi di 300 milioni nel 2015, ma che si è rivelata un bluff e già quest’anno non sta portando i risultati sperati? O della riduzione dei trasferimenti al trasporto ferroviario (800 milioni nel 2015), con contestuale aumento dei biglietti per i cittadini? E del cosiddetto ‘inquinamento luminoso’ (vale a dire città buie, per risparmiare 200 milioni)? E dei tagli alla sanità per 800 milioni? Per non parlare poi del solito mantra del contributo di solidarietà per le pensioni più alte (quanto alte?) e la deindicizzazione per tutte (1,6 miliardi). E della revisione delle pensioni di guerra (300 milioni nel 2015), tema sempre molto caldo.

Sono questi i tagli che Matteo Renzi illustrerà oggi in conferenza stampa, a copertura della manovra di 30 miliardi che propone agli italiani e all’Europa (18 miliardi di minori tasse e 12 miliardi di nuove spese)? Siamo di fronte a misure controverse e dolorose che il governo non ha la forza di approvare in Parlamento. Il risultato è che scatteranno le clausole di salvaguardia, vale a dire tagli lineari, aumento dell’Iva, aumento delle accise e delle altre imposte indirette: almeno un punto di Pil di aumento della pressione fiscale in Italia, già a livelli record. Congratulazioni, Matteo”.