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Brunetta a Letta: Legge di Stabilità, “Entrate strutturali accordo Svizzera insufficienti per cuneo”

 

Letta Saccomanni

 

“Se sono vere le parole che le agenzie di stampa attribuiscono al presidente del Consiglio, Enrico Letta, per cui ieri, all’assemblea dei parlamentari Pd, con riferimento al cuneo fiscale, avrebbe detto: ‘Azzeriamo tutto e rimandiamo una riduzione più sostanziosa a quando avremo altre risorse nel 2014, ad esempio attraverso l’accordo con la Svizzera sul rientro dei capitali’, ricordiamo che, come certamente il premier Letta sa, per sostituire entrate strutturali, come sono quelle che provengono dalle tasse e dai contributi sui salari, sono necessarie risorse altrettanto certe e permanenti.

 

L’accordo con la Svizzera, quando mai sarà perfezionato, comporterà un’una tantum per il passato ed un piccolo rivolo annuale, dato dalla tassazione sugli interessi derivanti dai capitali ‘emersi’. Se i 5 miliardi attualmente previsti dalla Legge di stabilità, per i prossimi 3 anni, sono pochi; le possibili maggiori entrate strutturali conseguenti all’accordo con la Svizzera appaiono assolutamente insufficienti.

 

Conclusione? La provocazione ‘sociale’ del presidente Letta è tecnicamente inaccettabile. Può anche destinare quelle poche risorse alla lotta contro la povertà, come ha minacciato. Ma pochi spiccioli restano sempre un pugno di euro con cui si può fare ben poco, di fronte al dilagare di una disoccupazione i cui costi pesano sui bilanci famigliari.

 

La redistribuzione del reddito, mentre incalza il pericolo della deflazione, da un punto di vista etico è sempre una buona ragione. Peccato che non risolve. È un buffetto sulle guance di coloro che sono rimasti indietro, ma non crea le condizioni per contribuire a migliorare il tono di fondo della società italiana.

 

Noi del PdL-Forza Italia abbiamo proposto di concentrare le scarse risorse disponibili della Legge di stabilità sul salario di produttività, per contribuire a mettere benzina nello stanco motore dell’economia italiana. L’obiettivo è quello di creare più di ricchezza per poi ridistribuirla al fine di una lotta effettiva (non solo retorica) alla povertà. Una volta si diceva che ai ‘dannati della terra’ non si dovevano distribuire pesci, ma canne per pescare. L’esperienza più recente ha dimostrato la lungimiranza di quella posizione”.