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FORZA ITALIA. Consiglio nazionale il 16 novembre. La scelta di Berlusconi: trasparenza e democrazia

 

BERLUSCONI

Che differenza tra i brogli e gli imbrogli del Partito democratico, e la strada lineare scelta da Silvio Berlusconi. Il Consiglio nazionale è dunque convocato a Roma per sabato 16 novembre.

 

Sarà una cosa seria, forse drammatica, ma viva. Viva come sono i nostri ideali. Com’è la nostra storia. Piena di vita com’è Silvio Berlusconi. Il 16 novembre si strozzerà in gola il canto mesto di gufi interessati, non ci saranno funerali e commemorazioni, non si discuterà, come sarebbe invece accaduto se l’appuntamento si fosse mantenuto all’8 dicembre, su fatti ormai irreparabili, sul modo più delicato per leccarci le ferite e deporre fiori, ma su determinazioni chiare e assunte democraticamente per vivere noi (e non sopravvivere) e dare speranze di vita a questa Italia.

Anticipare il raduno degli 800 non è una decisione dettata dalla fretta. Sono questi tempi ad essere frettolosi, e sono stati fino ad oggi tenuti al guinzaglio con astuzia maligna da chi vuole eliminare il nostro presidente e con ciò frantumare il nostro popolo, giocando sulle date, con un tira e molla che ci consumi. Saremo ingenui, ma non fessi.

 

A Berlusconi è bastato osservare la realtà. Immaginiamo il Consiglio all’8 dicembre. Prima di allora, ed entro la fine di novembre, il Parlamento consuma le grandi scelte: la Legge di Stabilità (economia); la decadenza (o meno) del senatore Berlusconi. Nel frattempo tra noi si organizzano conciliabili per sciogliere nodi, programmare l’elaborazione del lutto, eccetera, mentre gli altri ci scotennano, giocando sulla nostra indeterminazione.

A descrivere gli avvenimenti varrebbe il monito di Tito Livio: “Dum Romae consulitur, Saguntum expugnatur”, cioè, traducendo liberamente: mentre a Palazzo Grazioli si discute, il Parlamento viene espugnato. Hanno i numeri – qualcuno obietterà – posso fare quel che vogliono. Non è proprio così. Hanno i numeri per questa maggioranza, se noi, uniti, ci riconosciamo in essa. Ma per riconoscersi in questa maggioranza, occorrerà pure che essa accetti punti di contenuto per noi inderogabili.

 Forza Italia

A questo serve un Consiglio nazionale. Intanto rilanciarci come Forza Italia, con l’impeto delle cose sorgive. E a stabilire la linea. Ciò che è per noi costitutivo e ciò che può essere oggetto di nobile compromesso. Se Letta e Saccomanni aumentano le tasse, votiamo la fiducia? I democratici tagliano la testa al nostro leader. Collaboriamo con costoro dicendo cosa-fatta-capo-ha? Possiamo pensare di fare una seria riforma della giustizia, come annunciato da Letta il 2 ottobre, con chi opera una ingiustizia così abominevole? Non è per questo che il nostro popolo ci ha votati…

 

Ovvio. Democrazia impone che liberamente si propongano tesi e documenti. Che si dialoghi su problemi e soluzioni. Infine, serenamente, non siamo comunisti bulgari, si voti, anche distinguendosi in maggioranza e minoranza. Ma senza che questo diventi pretesto per fughe o cacciate. Sapendo bene che una volta scelta la strategia, stabilito ciò che non è negoziabile e ciò che lo è, poi si agisca all’unisono, si voti insieme.

 

La nostra Forza Italia ri-nascente sarà allora nata con un disegno chiaro e forte. Lo dobbiamo non solo a chi ci vota e al popolo italiano, ma alla dignità di noi stessi.

P.S. Molto interessanti le due interviste di Sandro Bondi e di Fabrizio Cicchitto sul futuro del nostro movimento e dei dialoghi tra noi. Scopriamo l’acqua calda sostenendo che esprimono posizioni divergentissime. Danno l’idea di una frattura (insanabile?). Ecco in queste si somigliano: nel pessimismo. Umilmente ai due amici chiediamo: è questo che avete imparato da Silvio Berlusconi. Infilate nelle vostre belle teste ronzanti pensieri cupi una cucchiaiata di ottimismo berlusconiano, please. Il resto è democrazia, bambola.

 

PER APPROFONDIMENTI, CONSULTA: “IL MATTINALE – 07 novembre 2013”