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Santoro tifa per Renzi e lo ospita a Servizio Pubblico. Ma la banalità delle sue proposte viene fuori comunque

 

Renzi

 

“Sono contento se vince Renzi, almeno si volta pagina”. Parola di Michele Santoro, l’8 settembre scorso alla festa organizzata da Il Fatto Quotidiano. A distanza di qualche mese, in vista delle primarie di dicembre, l’ex conduttore di Samarcanda si è affrettato ad ospitare il sindaco di Firenze alla sua trasmissione “Servizio Pubblico”: vista l’aria che tira – e i sondaggi che circolano – è meglio iniziare ad ingraziarsi il prossimo segretario del Pd. E pazienza se simili atteggiamenti potrebbero nuocere gravemente alla trasparenza e all’imparzialità di giornalisti e conduttori televisivi: il telespettatore in questi casi non è sovrano.

 

Sebbene avesse il conduttore schierato dalla sua parte, Matteo Renzi non è riuscito ugualmente a camuffare la banalità delle sue proposte leopoldine. Incalzato dal direttore di Libero Maurizio Belpietro, per il quale Renzi sa parlare bene ma poi le cose bisogna realizzarle veramente, il sindaco di Firenze non ha saputo spiegare come farà per ridurre le tasse, sburocratizzare l’apparato statale e  favorire la libertà di impresa: si è limitato a qualche buffo sorrisetto, alla faccia del suo potenziale elettorato, che reclama invece serietà e chiarezza.

 

Che il desiderio più recondito di Renzi sia quello di accaparrarsi i voti del centrodestra, non è di certo un segreto. Affascinato dal carisma berlusconiano, salvo poi demonizzare pubblicamente l’avversario di sempre per tenersi buono Epifani e compagni, il Fonzie d’Oltrarno gioca a fare il piccolo Berlusconi. Peccato per lui che non abbia la stessa visione politica, le medesime intuizioni e le lungimiranti idee del Cavaliere. E così il popolo del web, sempre attento alle performance dei politici in tv, non ha atteso molto a far sentire la propria voce. “Spegnete Renzi”, tuonavano alcuni su Twitter; “Renzi ha parlato per un’ora del nulla: non tutti ne sono capaci”, è il senso di un altro tweet.

Nonostante questi giudizi non proprio favorevoli, Renzi non si è arreso (e con lui Santoro e Travaglio): ha continuato a chiacchierare, ribadendo la sua diversità rispetto al resto del Pd, come è avvenuto per l’affaire Cancellieri – Ligresti. L’ex rottamatore non si è dunque fermato al vuoto pneumatico delle sue proposte, si è spinto oltre, denunciando pubblicamente la mancanza di imparzialità da parte dei giornalisti e cronisti Rai. Che, a microfoni spenti, gli comunicherebbero di volerlo votare.

 

Per noi che denunciamo questo andazzo da tempi non sospetti, tutto ciò non costituisce una novità; e il fatto che Santoro si fosse espresso in favore di Renzi già a settembre scorso, dimostra la qualità del servizio informativo italiano.

La verità è che Renzi può godere di platee amiche e di conduttori che simpatizzano per lui. Ma nonostante questi privilegi, la banalità delle sue proposte emerge comunque.

 

Angelica Stramazzi

TW@AngieStramazzi