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Brunetta: Crisi, “L’Euro-marco della Merkel sta uccidendo la ripresa”

 

Bundeskanzlerin Angela Merkel.

 

 

“Merkel fino a quando? Per anni (almeno dal 2008) la cancelliera tedesca ha dominato incontrastata la scena della politica economica europea ed è passata la linea calvinista tedesca de ‘lo spread è alto, è colpa tua’, dei compiti a casa e delle ricette ‘sangue, sudore e lacrime’ per uscire dalla crisi”. Così Renato Brunetta, capogruppo del Pdl alla Camera dei deputati, in un editoriale pubblicato da “Il Giornale”.

 

“Dopo 5 anni, però, i risultati dimostrano che l’impostazione è stata del tutto sbagliata, e finalmente si comincia a chiedere anche alla Germania di fare la sua parte per il bene dell’economia dell’area euro (vedremo come). Allo stesso modo, un cambio di strategia di politica economica nell’Europa a trazione tedesca è, di fatto, la richiesta che emerge dalla decisione dello scorso giovedì della Bce di ridurre il costo del denaro”.

 

“L’euro tedesco, contro ogni volontà e sogno, ha distrutto l’Europa. È questa la malattia mortale che ci affligge. La soluzione è una sola: i Paesi che registrano un surplus nella bilancia dei pagamenti hanno il dovere economico e morale di aumentare la loro domanda interna, trainando le economie degli altri. Si riequilibrano così anche i conti pubblici e tornano ai livelli fisiologici i tassi di interesse sui debiti sovrani. Quindi i tassi di crescita dei Paesi sotto attacco speculativo. Risolvendo i problemi tanto di questi ultimi quanto dell’intera Eurozona”.

 

“L’impianto minimalista adottato” nella legge di stabilità “dimostra il timore reverenziale del nostro governo nei confronti della burocrazia di Bruxelles e dell’Europa tedesca. Per invertire il segno va cambiata profondamente, in senso espansivo: con tagli di spesa, riduzione della pressione fiscale e aumento della produttività del lavoro e della competitività delle imprese.

Il populismo che il presidente del Consiglio vede crescere in Italia non è rancore nei confronti dell’Europa, bensì rancore nei confronti dell’Europa tedesca, egoista e opportunista.

Come avevamo previsto, le politiche adottate fino ad oggi nell’area euro non solo hanno danneggiato la crescita europea, ma hanno posto l’intero continente in conflitto con Usa e Cina, impedendo un coordinamento internazionale pro-crescita”.

 

“Non è, allora, populista chi si oppone all’egemonia e all’egoismo della Germania e denuncia gli effetti negativi della politica economica di un’Europa passiva ai diktat della cancelliera tedesca, ma coloro che portano l’Europa a sbattere contro un muro, con politiche errate e nazionaliste. Fino a quando si confonde l’attacco alle scelte europee con l’attacco all’Europa in quanto tale, si alimenta l’anti-europeismo”.

 

 

“Insomma, abbiamo tutti i motivi per affermare che Angela Merkel fa male, all’Europa e all’Italia. Bisogna dirle di smettere. Chi la chiama?”, conclude Brunetta.