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Brunetta: Crisi, “Ue a rischio implosione e il Pd litiga su chi è più fedele a Renzi”

 

Pd

 

“Il rischio dell’implosione dell’eurozona cresce ogni giorno che passa, se la crisi di un piccolo Paese come la Grecia è in grado di far dubitare della tenuta dell’intera costruzione, e se le politiche economiche francesi o italiane negano continuamente i protocolli di una sana politica di sviluppo ed indugiano in politiche puramente redistributive che non producono ricchezza. Se è del tutto assente una riflessione in grado di misurarsi con la drammaticità di questi problemi, allora il destino sembra quasi essere segnato. E non resta che aspettarsi il peggio.

 

Queste preoccupazioni in Italia non producono cultura politica. Sono confinate, al più, in qualche brillante editoriale, che resta fine a se stesso. Poi solo slogan inconcludenti. Un decisionismo senza progetto e senza visione. Lo si è visto con chiarezza nell’ultima assemblea del Pd, dove il dibattito si è concentrato sugli attestati di fedeltà al leader. Un leader tuttavia che nemmeno prova a misurarsi con l’arte della convinzione. Quali sono i motivi di sostanza per i quali la minoranza di quel partito dovrebbe appoggiare una riforma costituzionale sbilenca? O una legge elettorale che cambia in continuazione, sotto la spinta di un puro ed immediato tornaconto? Con emendamenti che nella loro stesura sarebbero giudicati improponibili in qualsiasi assemblea comunale. Quando, invece, stiamo parlando di una legge fondamentale per i futuri equilibri istituzionali.

 

Questo è il limite più profondo di Matteo Renzi. Non coglie la complessità della situazione italiana, in un contesto europeo e internazionale tutt’altro che promettente. Pensa che il giovanilismo possa essere una sorta di succedaneo salvifico. La sua stessa critica delle passate esperienze è solo ellittica. Non spiega dove e perché gli altri hanno sbagliato. Errori da comprendere se si vuole veramente innovare. Si limita invece a legittimare il suo operato richiamando costantemente il suo elevato consenso elettorale. Quel 40% del corpo dei votanti, che sono tuttavia meno del 50% della popolazione italiana. Per cui il suo consenso effettivo, non supera il 20%, degli abitanti la Penisola. Che sono stati conquistati, grazie al bonus di 80 euro, che ha prodotto un elevato consenso nelle urne. Ma che probabilmente esporrà il Paese ad una nuova ‘procedura d’infrazione’”.