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UE: IL MATTINALE (FI): RENZI ‘PRIMA DONNA’, IN EUROPA NON HA INCISO IN NULLA

 

Vertice Ue a Milano per il lavoro

 

“Renzi resta la ‘prima donna’ della politica nazionale. L’ego smisurato, come ormai tutti sono costretti a riconoscere, dell’uomo solo al comando, che gli chiude ogni qualsivoglia prospettiva. Carattere difficile, quindi. Specie se si considera la figura del premier tratteggiata dalla nostra Costituzione: primus inter pares, come sono soliti dire i costituzionalisti delle varie scuole. Ma Matteo Renzi, tutto è, meno questo. E, purtroppo, i risultati si sono visti, nel passaggio di una piccola meteora, che ha illuminato solo per qualche secondo il proscenio europeo”. Lo scrive “Il Mattinale” (www.ilmattinale.it), la nota politica redatta dallo staff del gruppo Forza Italia della Camera dei deputati.

“In altri momenti della storia nazionale, vi sono stati premier, che erano anche segretari di partito. Quel partito, tuttavia, che era ancora capace di incidere sulle linee politiche. Di fornire al proprio leader quel supporto, politico-culturale, che era indispensabile nei momenti, sempre non semplici, della vita del Paese. Dietro Renzi, invece, c’è ben poca cosa. Una cultura politica, quella del Pd, che non ha fatto ancora pienamente i conti con le sconfitte della storia. E che quindi si è consegnata, mani e piedi, al suo verbo, apparentemente, salvifico. Ma se quest’operazione ha avuto successo in Italia, all’estero la nudità del re è apparsa evidente. E gli altri ne hanno approfittato”.

“Esisteva un’alternativa? Forse si: dimostrare che quel ‘cambiare verso’ non era un semplice slogan, almeno per quanto riguardava il profilo nazionale. Mettere da subito in cantiere le riforme che effettivamente contano, in Italia, per rimettere in modo l’economia. E su questo terreno andare al confronto anche duro, con la componente degli irriducibili, che alligna all’interno del suo stesso partito. Fino alla possibile rottura: pronto a realizzare una maggioranza, anche diversa. Ma in grado di sostenerlo nello sforzo di modernizzazione del Paese. Se questo fosse avvenuto, sull’onda di una linea politica anche più audace dal punto di vista finanziario, non sarebbe stato, certo, lo spauracchio del 3 per cento ad impedirne la relativa conclusione. I mercati, ancor prima della Commissione europea, avrebbero compreso che finalmente, l’Italia usciva dalla stagnazione. E questo avrebbe fatto premio su ogni altra considerazione”.

“Così invece non è stato. Ed ora l’Italia si trova esattamente al punto di partenza. Conti pubblici fuori controllo, crollo del Pil, aumento del disagio sociale, debito pubblico alle stelle e via dicendo. Condizione che ha minato ogni credibilità internazionale del Paese e del suo leader. La cui immagine, sempre più appannata, riflette la conclusione di un semestre che non ha ‘concluso molto’: come scrive la Stampa di Torino, pur così prodiga nel giustificare, ad ogni costo, la sua azione”, conclude “Il Mattinale”.