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Giustizia è teorizzata, ma non è fatta! Nella relazione annuale del ministro Orlando alla Camera le parole la fanno da padrone. Grandi assenti, i fatti

 

Orlando

Ottima disamina da parte del ministro Andrea Orlando nell’ annuale relazione alla Camera sull’amministrazione della giustizia in Italia nel 2014. Parole per lo più condivisibili. Parole incisive. Ma parole, appunto. Il Guardasigilli, in carica dal 22 febbraio 2014, stamattina in Aula si è presentato con pochi risultati in mano. Il suo discorso si è sviluppato all’insegna del volevo, ma non ho potuto. La mia preoccupazione è che, con gli attuali disequilibri di governo, la prospettiva per il futuro sia quella del vorrei, ma non posso. 

Va dato atto al ministro che, sulla carta, la volontà di risolvere le annose e croniche beghe all’interno del meccanismo della giustizia in Italia ci sia. Nei fatti, però, ravvisiamo provvedimenti, messi in atto dall’esecutivo, deboli, sommari, circoscritti. Il compito è arduo, questo è indubbio. Ma l’approccio è sbagliato, soprattutto visto il precario equilibrio dell’attuale maggioranza che governa l’Italia. 

Balzata di nuovo alle cronache, ahinoi, la corruzione è il problema maggiore da affrontare se si vuole approdare ad una giustizia efficiente. “La corruzione ha raggiunto dimensioni intollerabili – ha esordito Orlando – anche per il frequente intreccio con le organizzazione di tipo mafioso. Questo ha effetti devastanti sul piano economico e per i cittadini”. Giusto. Affrontare e sconfiggere, passo dopo passo, la corruzione renderà sicuramente più fluido il corso della giustizia. Ma non è l’unico aspetto critico del settore giustizia. Lo sa bene il ministro e lo spiega altrettanto bene:

“L’attuale disciplina sulla responsabilità civile garantisce un’effettiva tutela al cittadino? Io credo di no. Le nuove misure non nascono da una finalità punitiva, ma da un’esigenza di corresponsabilizzazione di chi ha causato il danno, nel risarcimento che lo Stato è tenuto complessivamente a corrispondere. Il governo ha sin qui contrastato qualsiasi ipotesi che possa comprimere l’autonomia del magistrato. Sarebbe auspicabile una disciplina che lasciasse solo in carico allo Stato la responsabilità civile e non gioverebbe al prestigio della giurisdizione e di chi la esercita”.

giustizia

Sul fronte delle cause pendenti, registriamo un calo generalizzato che si attesta intorno al  -6,7%. Molto bene,  anche se la situazione generale del carico di lavoro dei Tribunali è ancora ad un livello preoccupante. Per quel che riguarda la giustizia penale, Orlando ha individuato la centralità di alcuni aspetti: “Il rafforzamento del patteggiamento, la riforma del giudizio di appello, facendone un controllo del giudizio di primo grado e la razionalizzazione di ricorribilità per Cassazione”. Ottimismo, secondo me eccessivo, sull’emergenza carceri: “L’emergenza carceraria è stata superata senza ricorrere a misure straordinarie.  L’emergenza, cioè, è stata ridotta senza ridurre in maniera sensibile il numero complessivo dei soggetti trattati, tra carcere e misure alternative: dico questo per rispondere con i numeri a chi ha più volte parlato di indulti mascherati. Particolare rilevanza riveste, poi, la sensibile diminuzione dei detenuti in attesa di giudizio di primo grado”. Capitolo terrorismo: “La crescente minaccia del terrorismo pone l’obbligo di un rafforzamento degli strumenti di prevenzione e repressione ed è ineludibile introdurre nuove misure per rendere selettivi e stringenti i controlli sui materiali che potrebbero essere usati per attentati e sulle misure contro gli stranieri combattenti. Credo che sempre in quest’ottica vadano sfruttate al massimo le potenzialità che offre il trattato sul funzionamento dell’Unione europea, nello specifico l’articolo 86, che prevede la possibilità dell’istituzione della procura europea”. E, anche qui, siamo d’accordo.

Ora basterà tramutare le parole in fatti! Semplice no?No.

Danilo Stancato

Twitter: @DaniloStancato