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BERLUSCONI. Unità dei moderati, senza fughe e senza fondamentalismi

 

 BERLUSCONI

Ieri abbiamo scritto una parola, moltiplicata per tre. Unità al cubo. Senza siamo come pecore la cui sorte è incerta tra l’essere tosate (e insieme a noi il ceto medio e tutto il nostro popolo) o mangiate dal lupo della sinistra. Il tono è scherzoso ma per dissimulare un po’ la trepidazione per questi pochi giorni che mancano all’appuntamento del Consiglio nazionale. Si gioca molto in queste ore.

 

 

 

Non ci sono aut aut da imporre a una parte o a un’altra. Ciascuna sensibilità, ogni temperamento, qualunque cultura che han trovato sin dall’origine del 1994 accoglienza, sintesi e slancio in Silvio Berlusconi oggi hanno questo compito: unità. E perché ciò accada è necessario inchinarsi per bere alla sorgente di questa storia. Nessuno può pretendere l’esclusiva di questa fonte, né di incanalarne le acque a piacimento. Se permettete è un po’ presto per intraprendere il conflitto delle interpretazioni, visto che l’Autore della faccenda è vivo, vivissimo anche se cercano di ammazzarlo.

 Forza Italia

 

 Silvio Berlusconi, nella recente intervista a “Panorama” di se stesso, citando Giovannino Guareschi ha detto di se stesso: “Non muoio neanche se mi ammazzano”. Prendiamo nota di questa dichiarazione. Prevale l’ottimismo, che non è sentimentalismo, ma fiducia nella forza dei propri ideali e della propria tempra; ma c’è anche il realismo per cui egli sa bene che lo vogliono ammazzare. L’uscita gravissima e volgare, di cui parliamo nell’articolo precedente del “Mattinale”, è l’ultimo documento di questa volontà infame.

 

Dinanzi a tutto questo non è possibile progettare divisioni, auspicarle addirittura, per avere campo libero fuori o in casa. Liberi per che cosa? Per inseguire utopie centriste? Per rifiutare il dna moderato del nostro movimento? Non esiste nessuna delle due prospettive. Entrambe sarebbero un’offesa alla nostra storia e al nostro popolo. Questa unità-unità-unità non può essere una unità qualsiasi, una mappazza informe. Essa è unità dei moderati, nel chiaro riconoscimento di una leadership, nella volontà determinata di realizzare insieme il nostro progetto di libertà e di prosperità, impedendo anzitutto che Berlusconi sia vittima di assassinio politico che in nessun caso accetteremo.

 Detto questo, il rispetto per il cammino di unità che Berlusconi vuol percorrere fino allo spasimo, esige che si collabori davvero. Inutile dire che sono banditi provocazioni, sgambetti, veleno per pozzi.

 

 

Come si dice dalle parti di Arcore: sperèm.

 

 

 

PER APPROFONDIMENTI, CONSULTA “IL MATTINALE – 13 novembre 2013”