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“Il politichese del Grillo”

 

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La proposta sul reddito di cittadinanza lanciata da Grillo è un progetto che non ha né capo né coda. La bozza del Ddl ipotizza un reddito di 600 euro per tutti i cittadini, con integrazione per chi lavora, ma guadagna meno. Il costo del provvedimento sarebbe di 19 miliardi di euro, ammortizzabili principalmente con tagli alla Difesa e alle ‘pensioni d’oro’, Imu sulle proprietà della Chiesa e a una stretta sulla tassazione del gioco d’azzardo. Vediamo nel dettaglio tutte le lacune della proposta.

 

1) Innanzitutto il reddito di cittadinanza prevede l’erogazione di un sussidio ai cittadini maggiorenni occupati, disoccupati ed inoccupati e risale ad una raccomandazione della Cee del 1992 (92/441). Quello cui fa riferimento la proposta di Grillo è tutt’al più il reddito o salario minimo garantito

 

2) L’integrazione prevista dal M5s per i lavoratori che non raggiungono la soglia dei 600 euro, ossia il salario minimo garantito, non è niente di nuovo, è già erogata in diversi Paesi, ed è a totale carico del datore di lavoro.

 

3) Dati Istat alla mano, circa 3 milioni di persone permangono oggi in condizione di povertà assoluta (assenza di reddito), e altri 8 milioni in situazione di povertà relativa. Il costo totale del provvedimento si aggirerebbe intorno ai 35 miliardi di euro, +16 miliardi rispetto alle stime del M5s

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4) Per i tagli alla Difesa, non sono state specificate le voci a cui andrebbero applicati queste misure. E’ noto solo che il Ministero della Difesa grava sullo Stato per 20 miliardi.

 

5) Le pensioni d’oro comportano allo Stato un esborso di circa 3,2 milioni di euro in totale. Applicando anche un taglio considerevole, si raggranellerebbero appena poche centinaia di milioni di euro

 

 

6) 1/4 del patrimonio immobiliare della Chiesa appartiene al Vaticano. Una stima approssimativa e per eccesso prevede che l’Imu sulle proprietà della Chiesa può portare nelle casse dello Stato circa 8 miliardi di euro.

 

 

7) La tassazione del gioco d’azzardo è la voce più controversa del provvedimento. Visto lo sconto quasi totale ottenuto di recente dal Governo Letta in termini di gettito, è difficile anche solo ipotizzare un accordo di prelievo consistente con i gestori di tali attività.

 

A voler essere oltremodo ottimisti, dall’analisi dettagliata dei punti, emerge che dalle ipotesi avanzate dal M5s si potrebbe ricavare solamente il 50% delle coperture necessarie.

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Dunque, l’ennesima manifestazione del politichese che circonda qualsiasi iniziativa pentastellata. Il fatto che sulla bocciatura della proposta abbia ragione il Viceministro dell’Economia Fassina la dice lunga sulla consistenza del provvedimento.

 

Danilo Stancato

Twitter: @DaniloStancato