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CORTO(CIRCUITO) MALTESE. Mentre un catamarano maltese porta in salvo 60 nostri connazionali e i dipendenti dell’ambasciata italiana a Tripoli, il governo rilascia dichiarazioni guerrafondaie. E irresponsabili

 

 Libia

La Farnesina ha precisato che non c’è stata nessuna evacuazione. Fatto sta che l’altro ieri un catamarano maltese, il “San Gwann”, noleggiato dal governo italiano, ha fatto salire a bordo circa 60 nostri connazionali residenti in Libia, più i dipendenti dell’ambasciata di Tripoli (chiusa per la minaccia crescente dell’Isis) e li ha tratti in salvo.

 

 

Salpato dalla capitale libica intorno alle 12.25, il mercantile della Virtu Ferries, ha sostato intorno alle 19.00 a Malta, per poi raggiungere il porto siciliano di Augusta. A monitorare dall’alto il percorso della nave maltese 2 aerei incaricati di sorvolare l’area più un aereo senza pilota, il “Predator”.  E a poca distanza la fregata ‘Bergamini’ della Marina Militare seguiva la rotta del San Gwann

 

 

Gli italiani sono scappati. Perchè? Perchè la già precaria situazione in quel di Tripoli (dove l’ambasciata italiana è stata chiusa per ragioni di sicurezza) è precipitata negli ultimi giorni, soprattutto dopo l’avanzata delle milizie islamiche, giunte fino a Sirte e dirette verso Misurata e verso la stessa Tripoli.

 

 

La Farnesina ha dichiarato che il Paese resta accessibile a tutti gli effetti e che i voli commerciali continuano regolarmente. Ma queste dichiarazioni lasciano il tempo che trovano. La realtà è bene diversa.

 

 

Il video diffuso dall’Isis, in cui scorrono le immagini della decapitazione dei 21 cristiani copti egiziani rapiti a Sirte a Capodanno, è stato accompagnato da una frase che ha fatto gelare il sangue a tutti i nostri connazionali: “Prima ci avete visti su una collina della Siria. Oggi siamo a sud di Roma… in Libia”.  

 

 

Inoltre un’esplosione nella parte centrale dell’oleodotto che collega il giacimento petrolifero di al Sarir in Libia al terminal portuale di al Hariga, ha provocato un terribile incendio, che ha interrotto il trasporto di idrocarburi.

 

 

La vita dei nostri concittadini e di chiunque si trovi sul territorio era ed è costantemente a rischio.

 

 

Il flusso di migranti che lasciano la Libia, diretti verso il nostro Paese, non si ferma e il rischio di infiltrazioni jihadiste è altissimo, come ha ammesso, finalmente, anche il ministro Angelino AlfanoCirca 12 barconi sono stati avvistati a oltre 100 miglia a sud di Lampedusa, prontamente soccorsi grazie all’intervento coordinato dal Centro Nazionale di Soccorso della Guardia Costiera di Roma.

 

 

Libia

 

 

Scrive Marzio Laghi su ‘Il Tempo’:

“La mattina  erano giunti sull’isola 43 extracomunitari, tratti in salvo dalla Capitaneria di porto. E a Pozzallo, nel Ragusano, sono stati fatti sbarcare nel in porto 280 migranti soccorsi in precedenza nel Canale di Sicilia. Gli scafisti, poi, diventano sempre più aggressivi: sempre ieri l’equipaggio di una motovedetta della Guardia Costiera è stato minacciato da quattro uomini armati di mitra. «Nel pomeriggio, mentre l’equipaggio di una motovedetta della Guardia Costiera traeva in salvo dei migranti da un barcone davanti alle coste libiche – ha riferito il ministro dei Trasporti Maurizio Lupi – si è avvicinato un barchino veloce con a bordo quattro persone armate di kalashnikov che hanno minacciato i marinai italiani per riprendersi il barcone vuoto e riportarlo indietro per poterlo riutilizzare»”.

 

 

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Mentre in territorio libico accade tutto ciò, il governo del nostro Paese sembra non avere la percezione del livello di pericolosità degli eventi. Anzi, in un momento così delicato, il nostro governo e i suoi rappresentanti mostrano, nuda e cruda, tutta la loro irresponsabilità: riempiono le tv di interviste guerrafondaie, ritrattano, rilanciano. Azioni, dichiarazioni e strategie tipiche di chi non ha nessun tipo di esperienza internazionale. E di chi non ha capito quanto sia grave la situazione.

 

 

Danilo Stancato

 

 

Twitter: @DaniloStancato ®