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GERMANIA & GIUSTIZIA. Golpe tedesco e golpe giudiziario. Qualcuno se ne accorge in Europa

 

 Germania europa

Due G: Germania e Giustizia. Anzi due I: Imbroglio e Ingiustizia. Non è un gioco enigmistico ma la tremenda realtà di una guerra (che è la terza G) condotta spregiudicatamente contro l’Italia, colpita nel suo cuore economico e politico, attraverso l’estromissione prima e l’eliminazione politica poi, di Silvio Berlusconi. Non è una lettura ideologica o sentimentale. Si àncora a dati di realtà documentabili. Il Grande Imbroglio sta chiarendo i suoi contorni in questi giorni, e si spalanca pubblicamente la realtà di cui tardivamente si rende conto anche il “Corriere della Sera”, e che noi avevamo denunciato per tempo, inascoltati.

 

La notizia è semplice. La Germania dovrà pagare una “multa” alla Commissione europea per eccesso di esportazioni. La più odiosa delle accuse. Quella di chi – come la Germania di Angela Merkel – ruba ai fratelli deboli per costringerli ad essere propri schiavi. Quella che la rivela finalmente per quello che è: una nemica dell’Europa e in particolare della prosperità economica della eurozona. Ma le esportazioni eccessive non sono l’unica “cattiveria” tedesca ai danni dei cosiddetti “partners” dell’eurozona. La Germania di Angela Merkel è anche responsabile del grave aumento degli spread tra i rendimenti dei titoli del debito pubblico tedesco e i rendimenti dei titoli degli altri paesi a partire dal 2011. E l’ha fatto utilizzando la principale banca tedesca: Deutsche Bank, che a giugno 2011 ha venduto quantità massicce di titoli italiani e greci, innescando un circolo vizioso sui mercati finanziari. Perché l’ha fatto? Due motivi.

 

Uno economico: “sanare” i problemi interni del suo sistema bancario, che nel primo semestre 2011 avevano portato il rendimento dei Bund tedeschi su una curva ascendente. Il secondo motivo, politico: per distruggere l’esperienza di governo di Silvio Berlusconi che ostacolava i suoi piani di dominio. Dopo di che ha imposto all’Italia la guida di Monti, che ha garantito una remissività assoluta al disegno di cannibalismo teutonico, con politiche economiche prone alla Merkel, così da renderci prede anemiche e dunque terreno di facili scorrerie.

Bundeskanzlerin Angela Merkel.

 

Ora si palesa, dati alla mano, e se ne rende conto persino il “Corriere della Sera”, che la Germania ha violato con intenzione feroce il limite imposto alle proprie esportazioni dalle regole del Fiscal Compact e del Six Pack. Lo capisce anche chi non digerisce grafici e affini. Sfruttando il peso gravosissimo dell’euro sulle nostre spalle, ha invaso il mercato dei suoi prodotti. Mentre dovrebbe cominciare anche un po’ la Germania a comprare prodotti degli altri paesi. Lo squilibrio ha superato ogni limite. E nessuno finora aveva osato eccepire. Ha praticato l’impiccagione economica dei Paesi dell’Europa mediterranea, con la complicità della Francia di Sarkozy. Germania (della Merkel!) come Imbroglio.

 

Europa germanizzata. Una oppressione contro cui ribellarsi. Per la prima volta la Commissione europea accenna a voler intervenire. Ebbene, sfruttiamo questo varco. Non chiediamo misericordia all’Europa, ma giustizia, un risarcimento dinanzi a questa prepotenza. Non prostriamoci più come cicisbei, come già qualche tempo fa ha fatto Matteo Renzi, con pubblico e reciproco scambio di elogi tra Cancelliera e Sindaco.

 

G come Giustizia, anzi I come Ingiustizia. In contemporanea con l’allontanamento di Berlusconi da Palazzo Chigi per il comodo dei tedeschi, ecco l’assalto giudiziario al diapason. Si è trattato di un perfezionamento del golpe. Gli interessi tedeschi e quelli della sinistra manettara infatti coincidono. A rimetterci, colpendo la persona di Berlusconi, è l’Italia. Resa prateria di bisonti alla mercé dei cacciatori di frodo.

La partita è in corso. Non ci diamo affatto per sconfitti. Il Grande Imbroglio dello spread e dell’Europa a trazione tedesca si sta svelando, e dovrebbe trovare un altolà e la sanzione. L’Ingiustizia troveremo il modo, nella limpidezza di documenti e testimonianze, di smascherarla.E che cosa c’entra il Consiglio nazionale con tutto questo? C’entra eccome. È il luogo non del mugugno ma della riscossa, dell’amore all’Italia che più che mai è amore a Forza Italia, e al suo fondatore.

 

 

PER APPROFONDIMENTI, CONSULTA “IL MATTINALE – 14 novembre 2013”