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Bersani e Letta mentono sulle larghe intese per danneggiare Renzi e Berlusconi

 

Bersani e Letta

 

 

 

Forse non ci siamo ancora capiti. Alla domanda su chi abbia voluto la nascita del governo delle larghe intese si risponde con un solo nome: Silvio Berlusconi. Questa è la certezza, questa è la verità; tutto il resto si chiama mistificazione, imbroglio, congiura.

Perché ribadiamo questo concetto? Per il semplice fatto che c’è chi ancora vuol fare orecchie da mercante e non dire le cose come stanno. Consideriamo ad esempio l’occasione della presentazione di “Giorni bugiardi”, il libro dei due ex collaboratori di Bersani, Geloni e Di Traglia. In quella circostanza, il Presidente del Consiglio Enrico Letta ha ricordato che “esiste questo governo perché c’è stato Bersani”. Come scusi? Non abbiamo ben capito.

 

La storia che conosciamo noi – e che tutti gli italiani onesti ricordano – narra di un Bersani appeso ad un filo, tentennante, incerto sul da farsi. L’ex segretario del Pd costrinse il Paese a vivere mesi di incertezza, nel vano tentativo di formare un governo che desse stabilità all’Italia. A tal fine, provò ad intessere rapporti con tutte le forze politiche dell’arco parlamentare, pentastellati inclusi. Subì umiliazioni in diretta streaming, incassò rifiuti e dinieghi, ma non demorse dal suo unico obiettivo: insediarsi a Palazzo Chigi pur non avendo ricevuto una fiducia chiara da parte del popolo italiano.

A chi spettò dunque il compito di sbloccare l’impasse? Ad Enrico Letta forse? A qualche supertecnico del tipo di Mario Monti? No, grazie al cielo. L’intervento risolutivo per il futuro del Paese fu condotto da Silvio Berlusconi, benché memore della sua destituzione per far posto al bocconiano, all’epoca del grande imbroglio dello spread.

 

I vari Letta, Saccomanni, Giovannini e compagnia cantante si accomodarono dopo, a conti fatti. Berlusconi mise in primo piano l’interesse generale, il bene comune, con un solo obiettivo: portare a termine quelle riforme necessarie all’ammodernamento del Paese. Alla sua governabilità. L’unica pretesa, normale e scontata in un esecutivo sostenuto da due azionisti di maggioranza, fu avere dei membri del Pdl all’interno della squadra di governo. Ministri che però, ad eccezione di Alfano, furono indicati e scelti da altri, tra cui il Presidente Napoliano.

 

Per quale ragione quindi Enrico Letta continua a mistificare la realtà? Per quanto altro tempo ancora dovremo subire la congiura del grande imbroglio?

Geloni e Di Traglia si riferivano al Pd quando scrissero “Giorni bugiardi”, mica al Pdl/FI.

O no?

 

Angelica Stramazzi

TW@AngieStramazzi