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Il Mattinale (Pdl-FI): “Ecco perchè il Mattarellum va bocciato”

 

mattinale

 

 

 

“Cambiare la legge elettorale sarà anche un imperativo morale perché è in discussione il rapporto tra cittadini, istituzioni e democrazia, come sostiene Cuperlo, ma la strada del ritorno al Mattarellum indicata anche dai renziani e da Civati è assolutamente impercorribile”. È quanto scrive “Il Mattinale”, la nota politica redatta dallo staff del gruppo parlamentare del Pdl-Forza Italia della Camera dei deputati.

 

“Chi propone questa soluzione ha evidentemente la memoria corta, visto che il Mattarellum, che vide la luce il 4 agosto del 1993, mostrò subito tutti i suoi limiti, non riuscendo né a semplificare né a garantire stabilità al sistema. Nei sette anni successivi, infatti, si succedettero ben sei governi e il sistema politico produsse un numero inusitato di partiti, formazioni politiche e gruppi parlamentari”.

 

“La legge era stata realizzata pensando che si sarebbero create coalizioni antagoniste attorno a due o tre forze, ma la realtà fu molto diversa: per vincere nei collegi uninominali fu inevitabile costituire coalizioni ampie ed eterogenee. Così, invece di ridursi, le liste aumentarono, con l’aggravante che anche un partito piccolissimo poteva disporre di un potere di contrattazione enorme”.

 

“Le alterazioni alla regola basilare della democrazia – vince chi prende più voti – furono troppe: alle elezioni del 1996, nell’86 per cento dei collegi uninominali bastò il 40 per cento per vincere, e per conquistare la maggioranza che assicurava la conquista del seggio furono create delle coalizioni-cordate che poi non sarebbero state in grado di garantire alcuna stabilità. Insomma: l’uninominale produce un sistema bipartitico a livello nazionale se, e soltanto se, solo due partiti sono in grado di vincere in tutte le circoscrizioni. Una condizione che in Italia è purtroppo lontana dall’essere realizzata”.

 

“Il ritorno al Mattarellum, dunque, porterebbe non a due poli omogenei e coesi, ma alla istituzionalizzazione per legge delle ammucchiate e dei cartelli elettorali che non potrebbero mai diventare vere maggioranze di governo”.

 

“Morale della favola: il bipolarismo non è un frutto automatico del maggioritario. L’esperienza italiana dimostra esattamente il contrario e se si ritiene un abominio mantenere in vita il Porcellum, lo sarebbe molto di più truccare le carte per vincere avendo meno voti, come fece Prodi nel 1996 e come non dovrà mai più accadere. Tenendo anche conto che la legge elettorale viene sempre dopo – conclude “Il Mattinale” – e non prima, la riforma istituzionale”.