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Brunetta: Rai, “Gabanelli azzanna nemici di piccola taglia, perchè non setaccia il catasto dei potenti?”

 

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“Venerdì scorso ho ricevuto una telefonata da Ravello. ‘C’è qui gente di Rai Tre, sono di Report, fanno domande, filmano. Chiedono notizie di te e della tua casa’. Passa un giorno. Altra telefonata, stavolta dalle Cinque Terre. Contenuto identico. A questo punto ho offerto alla papessa Milena Gabanelli di alzare un calice di Prosecco nella mia dimora di Venezia”. Così Renato Brunetta, capogruppo del Pdl alla Camera dei deputati e membro della Commissione di Vigilanza Rai, in un intervento su “Il Foglio”.

 

“Lei mi ha risposto, per stretto giro di agenzia: semplice curiosità democratica, si abitui, gli uomini pubblici devono rendere conto di sé. Che sia diventato lo sperimentatore gabanelliano del ‘trattamento Brunetta’? Che consiste nell’inseguire il rompiscatole che fa domande odiose sui contratti di lorsignori del Rai-system. Sarei, se il colpo riuscisse, un monito perfetto. Inoltre sono il classico target dei cacciatori di scalpi italiani: uomo di potere sì, ma medio”.

 

“Ho depositato una interrogazione in commissione parlamentare di vigilanza sulla Rai. Un po’ lunghetta, sono 2132 parole. La premessa. Gli uomini pubblici devono essere trasparenti fino in fondo. Tutti. Ho scovato una recente risoluzione dell’assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa (n.1943/2013). Tenuta nascosta. Poi si capisce perché. Infatti, in vista della lotta alla corruzione, si impone ai 47 Stati membri di “garantire il massimo di trasparenza nella vita politica, amministrativa ed economica” (8.3) “adottando e generalizzando la pratica di disposizioni rigorose relative a dichiarazioni di patrimoni, di redditi e d’interessi finanziari o simili da parte dei membri del Parlamento e del governo, dei dirigenti di partiti politici e di movimenti politici, oltre che dei funzionari pubblici e dei giudici e dei procuratori” (8.3.4.). E allora chiedo: perché solo io questo privilegio di poter dimostrare la mia lucentezza di cristallo Swarovski?”.

 

“Il catalogo che offro a Madamina Milena potrebbe essere questo. Per eliminare dubbi sul conflitto di interessi, cominciare in casa propria. Dunque: Tarantola e Gubitosi, presidente e direttore generale della Rai; il relativo cda coi Consiglieri Colombo, De Laurentiis, Pilati, Pinto, Rositani, Tobagi, Todini, Verro. Passando poi al Corriere della Sera, in primis De Bortoli. E poi il padrone vero Bazoli, anche se non figura, e Mieli che ne è il nume. Quindi il presidente Provasoli, il vice Berger, l’ad Scott Jovane, e i consiglieri Conti, Garavoglia, Marchetti, Pesenti, Mengoni. Le seguenti autorità repubblicane: il capo dello Stato Napolitano, il presidente della Camera Boldrini, quello del Senato Grasso con le sue belle proprietà siciliane, il presidente della Corte Costituzionale Silvestri, il presidente della Corte dei Conti Squitieri, il primo presidente e il consiglio direttivo della Suprema Corte di cassazione: Santacroce, Ciani, Felicetti, Marasca, Coletti, Amendola, D’Ascola, Tricomi, Zeno, Alpa, Vermiglio, Nuzzo, Vesperini. Il vice del Csm Vietti. I Procuratori capo di Roma Pignatone, di Milano Bruti Liberati, e quelli di Napoli, Palermo Venezia, Firenze. I presidenti di tutte le Authority a partire da quello dell’Agcom Cardani, tutti i membri della Commissione di Vigilanza Rai, a cominciare dal suo presidente Fico. E così via, di istituzione in istituzione. I presidenti delle giunte e dei consigli di venti Regioni. I grandi editori i cui conduttori esaminano al microscopio il prossimo. Fedele Confalonieri, Umberto Cairo, James Murdoch”.

 

“Forza Milena. Diventerai l’Oriana Fallaci della Brianza, arriverai al Pulitzer e forse al Nobel. Punta alto”, conclude Brunetta.