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Brunetta: Legge di Stabilità, “Saccomanni bocciato dall’Europa”

 

Saccomanni

 

 

“Alla fine l’Italia è rimasta con un pugno di mosche in mano. La Commissione europea ha espresso il suo verdetto negativo sulla Legge di stabilità di Saccomanni e Letta. Ma questo, come dire, ce lo aspettavamo.

 

Quello che ci sorprende è invece il fatto che non potremo beneficiare della cosiddetta ‘clausola investimenti’. Quello 0,3% del Pil che sarà concesso ad altri per effettuare maggiori investimenti, a noi sarà negato. Quello 0,3% per cui tanto si è battuto l’ex presidente Monti e sulla cui scia ha continuato a ‘battagliare’ il presidente Letta. Narrandoci, entrambi, grandi vittorie sul tema al ritorno da Bruxelles dopo ogni Consiglio europeo. Quello 0,3% per cui ci siamo impiccati per tutto il 2012 e il 2013 e per il quale il governo intende impiccarci anche nel 2014.

 

Anni ed anni di sacrifici che hanno depresso inutilmente l’economia, imposto alle famiglie il cilicio dell’austerità, costretto migliaia di aziende alla chiusura, mentre la disoccupazione ci fa ritornare alla situazione degli anni ’80, quando il tasso dei senza lavoro aveva raggiunto il 12%. Ma, allora, almeno c’era una speranza: il Pil cresceva ad un ritmo superiore a quello tedesco e francese. Oggi, anche questa debole speranza, come mostrano gli ultimi dati Istat, è venuta meno.

 

Di fronte a questa debacle, il governo Letta e tutte le forze politiche italiane dovrebbero avviare una riflessione, che prescinda dal gioco delle reciproche accuse, per misurarsi con le cause di fondo che, da troppi anni ormai, impediscono all’Italia di essere uno dei protagonisti, e non la vittima sacrificale, di un equilibrio internazionale che non offre prospettive.

 

La chiave non è poi così difficile da ricercare. Sono le 6 raccomandazioni che l’Europa ci ha fatto quando è stata chiusa la procedura di infrazione per deficit eccessivo lo scorso giugno e per le quali oggi ci ricorda che l’attuale governo non ha fatto nulla (portare a termine la riforma della PA; miglioramento dell’efficienza del sistema bancario; riforma del mercato del lavoro; riduzione della pressione fiscale; liberalizzazione delle public utilities; sostenibilità dei conti pubblici). Tempo passato invano. E sacrifici finalizzati ad obiettivi che poi non si sono realizzati.

 

Il Pdl-Forza Italia è da tempo disponibile a un confronto serio sulle riforme. Lo ha più volte sollecitato, ottenendo in cambio solo vaghe e infastidite promesse. Continueremo ad insistere, nella consapevolezza che sono i fatti a darci ragione. Fatti più duri di ogni possibile furbizia dialettica. Ci auguriamo pertanto che, dopo l’ennesima bocciatura da parte della Commissione europea, questa consapevolezza possa diffondersi. Nell’interesse di tutto il Paese”.