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Il Caso Cancellieri: il Pd, servo del Partito di “Repubblica”, vero fattore di instabilità

 

Italian foreign minister Anna Maria Canc

Il Partito di “Repubblica”, che è il nocciolo duro e forte della sinistra, ha deciso che il ministro Cancellieri è una “dead woman walking”. Da giorni, in coppia con “Il Fatto”, e non è un caso, fa gocciolare ora un frammento di tabulato telefonico, ora una mezza intercettazione. Tradotto. Il Partito democratico è sospinto dal suo spirito animale e finanziario, editoriale e giustizialista, a liquidare il ministro Cancellieri.

Il voto sulla mozione di sfiducia individuale proposta dal Movimento Cinque Stelle è previsto per il 20 novembre. Enrico Letta si è affannato a far sapere che considera il “caso chiuso”. Renzi no, anzi lo trova opportunamente molto aperto, per dimostrare chi è, un duro e puro. Che per la giustizia uguale per tutti non tiene in conto stabilità e poltrone, eccetera. Ma tiene molto in conto “Repubblica” e il gradimento di Travaglio e Santoro, che lo hanno elogiato sul punto. Risultato: è provato una volta di più che il fattore supremo di instabilità e di avvelenamento del clima in questa nostra Italia è la sinistra in generale e il Pd in particolare.

 

I tecnici delle profezie politiche pensano che sia in corso un pressing per indurre il ministro Cancellieri a evitare l’umiliazione di una decapitazione pubblica. Le stanno facendo capire che essendo ora seduta su una poltrona elettrica, conviene che si sposti, altrimenti i suoi simpatici boia faranno girare l’interruttore. La questione poi sarà: come può durare un governo dovendo far fronte a dimissioni tanto gravi? E se non dovesse accadere, e riuscisse a essere graziata dal Pd, come potrebbe lavorare serenamente azzoppata?

 

Il Guardasigilli è l’unico ministro citato espressamente nella Costituzione. È un ruolo chiave tanto più che la questione della giustizia è dirimente per il presente e il futuro dell’esecutivo di larghe intese. Il guaio è – e lo sa bene Napolitano – che il Pd fa di tutto non per riformare la giustizia ma per giustiziare Berlusconi.

 

PER APPROFONDIMENTI, LEGGI “IL MATTINALE – 15 novembre 2013”