L’attendismo non sempre paga. In questo preciso periodo storico, poi, non agire per tempo o agire dopo, equivale al classico pianto sul latte versato. Nella vicenda della giornata inaugurale dell’Expo 2015 a Milano, il governo si è dimostrato pavido. Prima, durante e dopo gli eventi del 1° maggio. Ne sono state scritte tante sulle dinamiche degli incidenti e non è necessario tornarci sopra.
In questo articolo mi preme, più che altro, rivolgere un appello al ministro Alfano affinché dimostri fermezza e coraggio in situazioni così al limite.
Il coraggio di vietare le manifestazioni quando esulano dal puro diritto costituzionalmente riconosciuto di esprimere libere opinioni, sconfinando in atti di violenza e minaccia per l’incolumità e la sicurezza di cittadini, edifici ed ordine pubblico.
Occorrerebbe quel coraggio che nell’attuale governo manca totalmente. E il Ministero dell’Interno, che è branca ibrida di questo esecutivo, se non altro per l’estrazione del titolare del dicastero, Angelino Alfano, rispecchia fedelmente questa totale assenza di temerarietà e polso fermo. La devastazione di Milano durante il 1° maggio, lo ricordiamo ai minimizzatori di turno, è un fatto di una gravità assoluta.
Perché poteva essere prevista e prevenuta, perché poteva essere arginata, perché poteva essere bloccata. Invece no: agli agenti in loco è stato impedito di agire, ordini dall’alto. Dall’alto dell’incapacità di prender coscienza dell’onta che stava subendo il capoluogo lombardo, nei cittadini, nelle strutture e nella dignità. I teppisti bloccati non sono stati espulsi in quanto non ritenuti una minaccia per la città di Milano.
Giusto: la vera minaccia per la città e per questo Paese è un governo indeciso a tutto e i suoi alfieri, campioni quando si tratta di infarcire di parole gli italiani, perdenti quando si tratta di agire.
Danilo Stancato
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