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IMMIGRAZIONE. Che fine faranno gli immigrati illegali sul nostro territorio? Problema che nessuno affronta

 

UE e clandestini

 

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atichiamo a capire tanto ottimismo per l’approvazione della nuova Agenda europea per l’immigrazione. L’euforia dilagante sui giornali, nelle dichiarazioni dei ministri degli Esteri, il ballo di Lady Pesc, Federica Mogherini, al vertice Nato mentre intona in coro con i suoi colleghi “We Are The World”: tutto questo ci sembra francamente assurdo.

 

Come abbiamo scritto nei giorni scorsi. L’Agenda poggia su principi teoricamente condivisibili, ma all’atto pratico inefficaci.

 

Sostanzialmente la proposta europea si snoda su 4 pilastri fondamentali:

 

1) Ridurre gli incentivi all’immigrazione irregolare e potenziare le procedure di rimpatrio e il ruolo di Frontex;

 

2) Gestione delle frontiere, dal salvataggio delle vite umane al potenziamento dei controlli e della sicurezza;

 

3) Dovere d’accoglienza con distribuzione obbligatoria dei profughi negli Stati membri dell’Ue;

 

4) Una nuova politica di immigrazione legale.

 

L’Agenda non affronta, come vedete, l’aspetto più grave dell’emergenza immigrazione: i clandestini che giungono sul nostro territorio. Che fine faranno?

Ue

 

Nessuno sa rispondere, né istituzioni, né politici, né tantomeno questa nuova Agenda.

Ma come? Si mette a punto un’Agenda ad hoc per tamponare l’emorragia di immigrati che sta inondando l’Italia e si glissa sulla quota più rilevante e meno gestibile?

 

Nel 2014 sono sbarcati circa 170.000mila stranieri nel nostro Paese e soltanto 1/3 aveva i requisiti per ottenere il visto come profugo. Gli altri 110mila no e quindi non farebbero parte del nuovo accordo internazionale.

Il piano di ripartizione c’è, ma ripartisce una fetta minoritaria degli sbarchi.

 

Nessuno risponde a questo enigma e nessuno solleva la questione. L’Europa, il Viminale, il ministero degli Esteri, Lady Pesc. Silenzio assoluto.

 

E come si andrà avanti? Come si è fatto fino ad ora, chiudendo uno, se non due, occhi.

 

Ministero dell’Interno, prefetture, questure: un laissez faire generale che permette ai clandestini di sparire dal radar dei controlli, di sparpagliarsi lungo la nostra Penisola e raggiungere le mete ambite o girovagare senza meta alcuna.

 

I clandestini nascosti sotto il tappeto. Non è questa la strada da intraprendere.

 

L’unica soluzione è arrivare ad un accordo con i governi di Tobruk e Tripoli in grado di salvaguardare la vita di queste persone e la sicurezza dei Paesi, di provenienza e di approdo. Solo ristabilito l’equilibrio si può ipotizzare una vera Agenda che permetta la gestione e l’integrazione degli immigrati.

 

La diplomazia è sempre stata la carta vincente in questo ambito. Ma ci sarebbe bisogno di personalità in grado di farne.

Danilo Stancato

Twitter: Danilo Stancato®