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NCD VICINO ALL’IMPLOSIONE. Alle regionali Area popolare (Ncd+Udc) ha raccolto le briciole, checché ne dica Alfano. Quagliariello insinua dubbi sul futuro appoggio degli alfaniani a Renzi

 

Ncd affonda

#NoiCiSiamo e #avantitutta sono gli hashtag lanciati su Twitter dal leader di Ncd, Angelino Alfano, subito dopo i risultati delle elezioni regionali. Sembrano ‘cinguettii’ di un leader vincente, di chi guida un partito che alle elezioni ha sbancato. In realtà Ncd nell’ultima tornata è sbiancato, scolorito. La coalizione ‘Area Popolare (Ncd+Udc) ha raccolto appena il 4,7% contro il già modesto 7,1% delle europee dello scorso anno. Ma il ministro dell’Interno ostenta, in rete ed in tv, soddisfazione:

“Area Popolare al 4,7%. Che dicono oggi i portasfiga? Al governo per le riforme, poi vedremo”.

Non sappiamo cosa dicano i portasfiga. Noi diciamo che Ncd sta perdendo i pochi pezzi che è riuscito a mettere insieme in questo anno e mezzo circa di esistenza. Un declino lento, ma progressivo quello di Ncd, da stampella a stampellina del governo Renzi. Se analizziamo nel dettaglio i dati delle regionali questo declino è ancor più evidente. Nelle 7 regioni in cui si votava c’erano in ballo 270 consiglieri regionali. Ncd si presentava per difendere, o rimpinguare,  il bottino dei 27 consiglieri uscenti: 3 in Liguria e Toscana, 2 in Umbria e nelle Marche, 7 in Veneto, 6 in Campania e 4 in Puglia). Dopo queste elezioni si ritrova con 3 consiglieri eletti: 1 in Veneto e 2 in Puglia.

16/11/2013 Roma, conferenza Stampa Angelino Alfano

L’unico risultato tangibile di Area Popolare in questa tornata è stato l’aver consegnato la Campania a Vincenzo De Luca, con Udc che ha appoggiato il candidato ‘impresentabile’ risultando decisivo per l’esito finale. Ora, la realtà è ben diversa da quella che cerca faticosamente di descrivere Alfano. Non si può pretendere di avere voce in capitolo con questi numeri.

Non solo. E’ lo stesso leader di Ncd a far dichiarazioni poco chiare sul futuro: “Rimarremo al governo per completare il percorso di riforme l’anno prossimo. Poi valuteremo”. Dichiarazione che si sposa con i dubbi sollevati da Gaetano Quagliariello in un’intervista apparsa ieri su ‘Il Mattino’:

“Siamo con Renzi per completare le riforme non per il suicidio dei moderati. Non giriamo intorno al problema: o l’Italicum ci dà la possibilità di formare una coalizione o si impone una scelta. L’Italicum implica l’esistenza di 2 liste contrapposte: o la legge elettorale cambia o dovremo aprire una riflessione al nostro interno e un’interlocuzione più serrata con le forze del governo”. In poche parole: o l’Italicum cambia o Ncd esce dal governo. Salterebbe tutto: Italicum, governo e tutto il castello di sabbia del riformismo di Renzi.

Ma perlomeno Ncd farebbe un buon servizio agli italiani: scrivere i titoli di coda su questo pessimo governo. Con un ultimo colpo di coda. E così si redimerebbe…

Danilo Stancato

Twitter: DaniloStancato ®