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GOVERNO. Cari poltronisti, difenderemo la nostra gente colpo su colpo

 

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Dicono: è finita la tregua. Bugia. Sui contenuti, sugli interessi degli italiani, cui siamo stretti da un patto con gli elettori, non esiste, non è mai esistita possibilità di armistizio, compromesso, tarallucci e vino. La tregua non può esserci sui contenuti. Tratteremo i nostri “cugini” come Saccomanni. Anzi con maggiore severità. Proprio perché anch’essi hanno sottoscritto il medesimo contratto, saremo i portavoce degli interessi precisi e concreti di chi ha votato anche Alfano & C. È una minaccia? Lo è. Qualcosa che non va?

 

Tutto questo non ha nulla a che fare con il rispetto delle persone, che per noi è inderogabile. Ovvio, per noi questo non è materia di tregua, ma di concezione della politica e dei rapporti umani, da cui mai defletteremo. Nessun insulto. Gli affetti non sono rinnegati, ce lo insegna la magnanimità di Berlusconi. Ma qui non si tratta di sfogliare l’album dei sentimenti, ma il quaderno dei conti, del dare e dell’avere, delle tasse e della questione indecente della decadenza. In questo consiste la dignità della politica, nella coerenza tra i programmi, le promesse e i fatti. Per questo siamo stati votati e alcuni tra noi sono diventati ministri sulla base della proposta di larghe intese lanciata da Silvio Berlusconi. Non c’entrano le profferte amorose, ma la sostanza delle iniziative di governo. E non risulta che le larghe intese prevedessero per il Pd il diritto di strozzare il capo degli alleati. O c’era una clausola segreta? Di certo ce n’era una chiara come il sole nella nostra offerta a chi ci ha votato. Il leader è Berlusconi, guai a chi prova a farlo fuori.

Sintetizziamo i capitoli del presente e del prossimo futuro.

 

 

 

Legge di stabilità. Al di là delle rassicurazioni con il naso lungo di Saccomanni, se cresceranno le tasse, nessun dubbio: Alfano, Lupi e gli altri dovranno dimettersi da un governo che tradisce i presupposti per cui costituimmo le larghe intese. O forse quelle piccole hanno stracciato quegli accordi?

Imu prima casa. Sarà cancellata totalmente? E che succede se non si riesce? Che farà il ministro Lupi?

 

Imu su terreni agricoli e fabbricati rurali. Il ministro De Girolamo ci chiede aiuto per evitare il rischio che torni. Francamente più che richieste di aiuto, gradiremmo certezze. Tipo: non ci sarà l’Imu agricola o mi dimetto. È chiedere troppo? È insultante dir così?

Decadenza. Quella risposta purtroppo la conosciamo già. Ripetiamola: Alfano e la sua brigata di cavallerizzi delle poltrone non si dimetteranno per una bazzecola come l’assassinio politico del loro amatissimo Berlusconi. Anzi, ne hanno di fatto dato l’autorizzazione preventiva, nel momento stesso in cui non minacciano alcuna sanzione per questo atto di guerra civile.

SETTIMANA DI FUOCO

 

Perché siamo così perentori? Alfano ieri con tono mellifluo ha bastonato la sua famiglia d’origine trattandola da covo di estremisti e di nostalgici, e di conseguenza finendo per considerare Silvio Berlusconi un leader senza lucidità di visione. Che tristezza. Vi offendete se replichiamo all’offesa sanguinosa di “estremisti rabbiosi” con il banale e in fondo morbido e trapuntato appellativo di “poltronisti”? Ecco, poltronisti, propensi a obbedire alla fame di potere piuttosto che al decoro di stare con il proprio popolo e le sue richieste di liberazione da tasse, burocrazia e giustizia politica.

 

Giorno per giorno. Colpo su colpo. Nell’interesse della nostra gente e dell’interesse nazionale.

 

PER APPROFONDIMENTI, CONSULTA: “IL MATTINALE – 19 novembre 2013”