L’ Eni-gma Lapo Pistelli è presto risolto: la soluzione è a fine pagina. Il numero 2 della Farnesina lascia vacante la sua poltrona al ministero e accetta il nuovo incarico di vice presidente dell’Eni, con il beneplacito di Matteo Renzi, del ministro Paolo Gentiloni e di Sergio Mattarella. Ma non con quello della maggioranza degli italiani.
Renzi lo sapeva. “Da molti mesi, sin da quando ho cominciato a riflettere sulla proposta”, ha detto lo stesso Lapo Pistelli. Anche il ministro Paolo Gentiloni lo sapeva. “Renzi lì per lì mi è sembrato sorpreso, ma è molto intelligente e veloce, e ha subito detto bene bene. Anche Gentiloni mi ha incoraggiato”, ha concluso l’ormai ex vice ministro.
Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella si è limitato a dei semplici auguri per il diretto interessato: “Se si lavora in una grande azienda italiana come l’Eni si resta al servizio del Paese”.
Tutto già deciso da tempo, insomma. È sempre Pistelli a raccontare che questa svolta professionale è iniziata con la chiamata diretta dell’Ad Eni, Claudio Descalzi, nominato proprio dal governo Renzi (in tandem con la presidente Emma Marcegaglia). E si può rifiutare la chiamata dell’Eni?E no. Insomma, il 1° luglio parte la nuova avventura.
Non si può dire di no all’Eni, ma si dovrebbe, per il conflitto d’interessi (ecco la soluzione!). L’Eni è una società quotata, la natura societaria è privata, ma il timone dell’azienda è ancora in mano allo Stato tra quote del Tesoro, della Cassa depositi e prestiti, e golden share. E Pistelli, per anni, si è occupato di questioni riguardanti direttamente l’Eni e i suoi rapporti internazionali.
Una vicenda poco chiara e poco trasparente. Insomma, la classica vicenda renziana.
Danilo Stancato
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