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IL SENATO E’ UNA POLVERIERA. Riforma della scuola, riforma della Rai, caso Azzollini: giorni cruciali per Matteo Renzi

 

Senato

Il governo imbarca acqua da tutte le parti e il suo timoniere, uomo solo al comando, Matteo Renzi sa bene che rischia di incagliarsi definitivamente nelle acque torbide del Senato. Lo sa, ma non lo ammette, come da prassi renziana oramai consolidata nel tempo: avanti tutta, non ci areneremo, lasciamo stare i gufi. La prosopopea di Renzi, da un pezzo, ha un’efficacia prossima allo zero. Il peccato originale del premier è stato sbagliare i conti, specie al Senato e pensare di racimolare numeri annettendo man mano pezzi di partiti e di schieramenti per tappare le falle. Ma a forza di incerottare di qua e di là, il Senato, oggi, ha la tenuta di uno scolapasta. E più si cammina in avanti, più si avvicinano le mine.

Sta per entrare nel vivo la ‘battaglia’ sul disegno di legge della “Buona scuola”. Nei piani di Renzi c’è l’approvazione entro pochi giorni al Senato per poi presentare il ddl alla Camera per la votazione finale. Entro la prima settimana di luglio, sempre secondo le ipotesi del Presidente del Consiglio, l’iter parlamentare dovrebbe essere concluso per dare margine agli uffici del ministero dell’Istruzione di completare le operazioni preparatorie di immissione in ruolo: almeno 45 giorni prima dell’inizio dell’anno scolastico 2015/2016.  Un percorso che presuppone l’ennesimo ricorso alla fiducia, oramai vera e propria consuetudine del modus operandi renziano che ne ha fatto uno strumento di minaccia vero e proprio. La mole di emendamenti presentati dalle opposizioni (più di 2500) al testo, attualmente fermo in Commissione Istruzione, presupporrebbe infatti tempi lunghissimi. Assunzione dei precari, discussione sui poteri dei presidi, valutazione dei docenti e disciplina dei concorsi: nodi delicatissimi che si vorrebbe sciogliere a suon di ricatti e forzature. Ma non è accettabile forzare passaggi così delicati, dai quali dipendono il futuro della scuola e delle famiglie italiane.

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Poi c’è lariforma della Rai. Il disegno di legge sulla tv pubblica è un acquitrino altrettanto insidioso per questo governo. C’è da risolvere la questione dei poteri sottratti al Consiglio di amministrazione a favore del nuovo amministratore delegato-direttore generale. Ci stiamo battendo su questo passaggio cruciale, per difendere il ruolo del Parlamento di roccaforte dei principi di pluralismo.

E ancora la grana del senatore Antonio Azzollini. L’ordine di arresto disposto dal tribunale di Trani deve essere valutato dalla Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari il 24 giugno.

Il Pd ha allevato le sue serpi in Senato e Renzi rischia di affondare. Faccia in fretta, però altrimenti rischia di far affondare tutto il Paese insieme a lui.

Danilo Stancato

Twitter: Danilo Stancato ®