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Intervento del Presidente Renato Brunetta a seguito del’informativa urgente del ministro Padoan sulla Grecia

 

Brunetta

<<Signora presidente, signor ministro, professor Padoan,

 

sono molto preoccupato e molto amareggiato. Amareggiato perché alcune ore fa al Parlamento tedesco è andata a riferire sul tema Grecia la cancelliera Angela Merkel e, al di là della mia stima, che lei conosce, nei suoi confronti, pensavo che anche il Parlamento italiano potesse meritare la presenza del Presidente del Consiglio.

Ha mandato il suo ministro dell’Economia e delle finanze e, mi consenta professor Padoan, ha mandato un tecnico che ci ha fatto una relazione tecnica. Ma non è tecnica la cosa di cui abbiamo bisogno.

Non è di una ricostruzione storica, ancorché parziale, la cosa di cui abbiamo bisogno oggi, in questo Parlamento, nel nostro Paese. Abbiamo bisogno di una risposta di verità, di una risposta politica. E la risposta politica non è venuta dalle sue cartelle dattiloscritte, doveva venire dal Presidente del Consiglio.

Gli avremmo chiesto: Cosa hai fatto in questi mesi, in questo anno e mezzo, per evitare il disastro cui ci stiamo avvicinando? Qual è stato il tuo ruolo? Come hai posizionato il tuo Paese, l’Italia? Cosa hai fatto durante il semestre europeo per evitare quello che purtroppo sta succedendo?

E cosa sta succedendo, lei professor Padoan, lei lo sa benissimo come me, meglio di me: sta fallendo l’Europa, sta fallendo il nostro sogno, il suo sogno, il mio sogno. Il sogno della stragrande maggioranza degli italiani.

E sta fallendo perché da un certo punto in avanti, nonostante le difficoltà, e la data io la situo nel 2003, ha finito per prevalere l’egoistica, l’egoista, quella che io chiamo Europa a trazione tedesca, in cui ha finito per prevalere la logica dei conti, dei bilanci, delle convergenze, rispetto alla logica politica della libertà, della democrazia, della solidarietà, della crescita.

Era questa l’Europa che voleva lei, che volevo io, che volevano gli italiani. Quell’Europa che ha salvato la Germania alla fine della seconda guerra mondiale non chiedendo le riparazioni, come fu fatto invece dopo la prima guerra mondiale, Keynes ci ricorda nel suo splendido libro ‘Le conseguenze economiche della pace’ che quell’atteggiamento egoistico di quell’Europa fu all’origine dell’avvento di Hitler, dopo la caduta della Repubblica di Weimar.

Noi volevamo un’altra Europa, quella che fu generosa con la Germania, quell’Europa che fu generosa con la Germania quando consentì che il marco fosse cambiato 1 a 1 con il marco della Germania dell’Est.

Io volevo quell’Europa e me la sono vista sfilare dalle mani negli ultimi 10-12 anni. Come? Con una sorta di imbuto, di deriva tecnocratica che ha visto trasformare il Trattato di Maastricht da uno strumento di convergenza a uno strumento di dominio. Dominio che Juncker voleva perfezionare nell’ultimo Consiglio con il cosiddetto Piano dei 5 Presidenti.

No signor ministro, no signor Presidente del Consiglio. Senza Europa politica, senza il sogno di un’Europa politica mai più cessione di sovranità da parte dell’Italia all’Europa tedesca, all’Europa dei burocrati. E questo della Grecia è il test decisivo per questa lotta di libertà.

Tutto mi distingue da Tsipras, tutto, ma Tsipras in questo momento rappresenta la risposta di libertà al dominio tedesco sull’Europa.

No signor presidente del Consiglio, no signor ministro dell’Economia e delle finanze, noi non ci staremo mai. Noi vogliamo un’altra Europa. Un’altra Europa è possibile, e questo lo dico io, ma non è l’Europa di Angela Merkel, non è l’Europa dei burocrati, non è l’Europa dei tecnocrati. È l’Europa della politica e della libertà e della democrazia.

Per questa ragione, signor ministro, le chiedo di usare la scienza e la sua coscienza perché nell’Eurogruppo in teleconferenza tra pochi minuti lei affermi il sogno dell’Italia, il sogno europeo dell’Italia e non si perda in inutili e inaccettabili condizionamenti nei confronti della libertà di tutti noi>>.

RENATO BRUNETTA