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GIUSTIZIA. Angelino e l’Anatra zoppa. Qualche riforma è possibile?

 

 LettAlfano

Con gentilezza poniamo alcune rispettose domande ai nostri amici-cugini, ed in particolare al ministro Angelino Alfano. Il punto nodale che ha deciso la fuoriuscita del gruppo che ha dato vita al “Nuovo centro destra” (Ncd) è la questione del sì al governo Letta, senza se e senza ma. Certo lottando contro la decadenza, ma nello stesso tempo addirittura considerandola un buon viatico per la riforma della giustizia. Alfano infatti, testualmente, ha detto a Letta che, dopo la decadenza, “il Partito democratico non avrà più alibi” e dovrà decidersi a collaborare ad una riforma della giustizia “necessaria e urgente”, come promesso il 2 ottobre dal presidente del Consiglio al Senato. A parte che ci sembra assolutamente poco rispettoso e tragicamente perdente farsi risarcire un assassinio politico con il tramonto di un “alibi”, senza nessuna garanzia certa, perché tanto la fiducia ci sarà a prescindere. A parte questo, ritiene davvero che un governo dove siede un ministro che gode di una fiducia finta da parte del maggior partito della maggioranza, possa far qualcosa? Non scherziamo.

 

Con la sfiducia conclamata nelle dichiarazioni di tutto il Partito democratico, come potrà il ministro della Giustizia proporre una riforma della giustizia? Ella malauguratamente risulta azzoppata, delegittimata, schizzata del fango di chi l’ha pubblicamente sbertucciata salvo oggi salvarla per rimandare a tra un po’ l’affondamento della barca del governo.

 

Cogliete qualche insulto in questo pacato ragionare, o è piuttosto un insulto all’intelligenza confidare che il Partito democratico che in questa vicenda, oltre che in quella infinitamente più grave del nostro Presidente, ha confermato il suo terrore per il diritto, e il suo ossequio continuo e strenuo per il giustizialismo? Con candore, con gentilezza, abbiamo dato dei “poltronisti”, cioè piuttosto attaccati alle postazioni di potere, alla compagnia dell’Ncd. Ci pare un buffetto, rispetto al trattamento da estremisti rabbiosi e nostalgici riservatoci, con un linguaggio che attiene alla natura intima delle nostre convinzioni, dal leader dei carissimi cugini. Per il resto, fiori e cotillon.

 

PER APPROFONDIMENTO, CONSULTA “IL MATTINALE – 20 novembre 2013”