“Da qualche giorno è online sul sito del ministero dell’Economia e delle finanze il documento ‘Un aggiornamento del valore delle quote di capitale della Banca d’Italia’, redatto da un comitato di 3 esperti nominati dalla stessa Banca d’Italia: i professori Franco Gallo, Lucas Papademos e Andrea Sironi.
Il valore che viene fuori dal dossier del gruppo di lavoro (5-7,5 miliardi) è quello giusto? Diversi calcoli sarebbero possibili e porterebbero a una valutazione del capitale della nostra banca centrale (attualmente 156.000 euro) fino a 30 miliardi di euro. Da cosa derivano differenze così ampie?
Il lavoro del comitato di esperti si basa su una ‘partecipazione al fruttato (il rendimento) delle riserve ordinaria e straordinaria’ dello 0,5%, quando lo Statuto della Banca d’Italia prevede un limite del 4%. Se si fosse partiti da questo secondo valore, la valutazione finale avrebbe portato a un importo ben più alto, passando dai 5-7,5 miliardi calcolati dal gruppo di lavoro, fino ad un massimo di quasi 30 miliardi.
Naturalmente abbassando la percentuale (4%), il risultato sarebbe più contenuto. Sta però il fatto che il valore vero del capitale di Banca d’Italia, senza le manipolazioni contabili cui si è accennato, è più vicino alle cifre da noi più volte indicate (25 miliardi) che non a quelle proposte dal comitato di esperti (ripetiamo: tra 5 e 7,5 miliardi).
Cosa ne pensa il ministro Saccomanni? Ha qualcosa da dire a riguardo? Ha studiato i diversi metodi di calcolo possibili o accetta ad occhi chiusi quello proposto dal comitato di esperti nominato da Banca d’Italia per valutare se stessa? Sarebbe bene che anche il ministro argomentasse le sue scelte e ci spiegasse, magari in Parlamento, qual è il metodo secondo lui più realistico e perché. Chiediamo troppo?”.