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IL MATTINALE (FI): IL ROTTAMATORE E’ SOLO, IN ITALIA, IN EUROPA E NEL MONDO

 

 

 

“Il Rottamatore è un uomo solo e senza comando. La solitudine ha avuto il suo sigillo mortifero ieri, quando anche Confindustria ha staccato la spina al governo. Si sa che storicamente, in un Paese manifatturiero come il nostro, non  può durare un esecutivo che abbia all’opposizione il sindacato degli imprenditori. Ieri il presidente Giorgio Squinzi ha avvisato Renzi, con pesante sarcasmo, che costui non riuscirà a rottamare Confindustria. Mentre – è sottinteso – vale il contrario. Il premier è rottamabile rottamabilissimo, scriverebbe Manzoni”. Lo scrive ‘Il Mattinale’, la nota politica redatta dallo staff del gruppo Forza Italia della Camera dei deputati.

“È solo in Italia, è solo in Europa, è solo nel mondo. È solo in Italia perché oltre la pattuglia dei suoi parlamentari, che, tra l’altro, si riduce sempre di più, non ha nessun interlocutore nel tessuto economico, sociale e produttivo del Paese (non solo Confindustria, ma anche Confartigianato, Confcommercio, ecc.), né ha interlocutori nei corpi intermedi. Il che lo porta a politiche o banali o insensate o meramente di potere, basti pensare a cosa sta facendo o vorrebbe fare con Cassa depositi e prestiti o con Eni: carne di porco”.

“È solo in Europa nonostante la grande occasione (mancata) del  semestre italiano: nessuno se lo fila, non tocca palla, e nelle quattro crisi che sconvolgono il vecchio Continente (immigrazione, terrorismo, Ucraina e Grecia) non ha giocato alcun ruolo. È solo, infine, a livello internazionale perché è riuscito a essere inutilmente irritante tanto nei confronti di Putin, quanto nei confronti di Obama. L’economia continua ad andar male, e anche il Fondo Monetario Internazionale, al pari dell’Ocse, ne ha certificato il fallimento”.

“In Italia gli ha portato male essere giunto al potere non contando sulla forza delle idee e di una base sociale, ma grazie a un inganno (il Nazareno, presto svelatosi come un abito su misura della sua prepotenza autoritaria), e a un colpo di Palazzo. A questo proposito, una domanda resta inevasa, tra le tante a cui Napolitano non vuole rispondere a proposito del complotto del 2011, a proposito della ingenerosa cacciata di Letta da Palazzo Chigi. Di certo non si capì allora, e pesanti sospetti emergono ora, sulla non proprio limpida e costituzionale decisione di aprire una crisi finta per insediare Renzi al posto di Letta, dopo che Napolitano lo aveva praticamente imposto nella primavera del 2013. Quali armi di convinzione Renzi e il suo entourage hanno adoperato per esercitare una così efficace moral suasion sul Quirinale? Chi sa parli. Trasparenza, please”, conclude ‘Il Mattinale’.