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ROMA. Da città eterna a città eternamente a disagio. Marino macchietta anche nella tragedia. Se ne vada presto

 

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a pessima gestione di Roma è sfociata nella tragedia. Non la prima, speriamo l’ultima. Un bimbo di 4 anni ha perso la vita giovedì scorso, tragicamente, di fronte alla madre impotente.

 

Teatro della tragedia, la stazione della metropolitana Furio Camillo, a Sud-Est della Capitale. Marco, questo il nome del piccolo, era con la madre Francesca nell’ascensore che porta alla banchina della Metro A. L’ascensore, però, si è bloccato ed è scoppiato il panico. Un addetto alla sicurezza e 2 vigilantes hanno improvvisato una procedura di emergenza, tentando di allineare all’elevatore bloccato, un altro elevatore, per portare in salvo gli occupanti.

 

Ma tra i 2 ascensori c’era un’intercapedine, che, complice l’oscurità, ha inghiottito il piccolo, divincolatosi dalla presa della madre. Il bimbo è precipitato e morto sul colpo.

 

Nella disperazione generale, il sindaco Ignazio Marino si è recato sul posto, dichiarando: “Non ho commenti da fare sulla dinamica dell’incidente, sulla quale si sta indagando. E’ una tragedia terribile, un lutto non solo per i genitori del piccolo ma per tutta la città”.

 

(Nello specifico sono 3 indagati per omicidio colposo: l’addetto Atac e i 2 vigilantes).

 

La commistione tra disperazione per la tragedia ed esasperazione per oltre 2 anni di gestione fatiscente della Capitale ha fatto scattare la contestazione dei presenti che, al grido di: “Marino via, vattene!”, hanno incalzato il sindaco. Che anche in questi eventi terribili si dimostra inadeguato. Unfit.

 

L’assessore capitolino ai Trasporti, Guido Improta, ha posto l’accento sull’errore umano e sull’attuazione di procedure non codificate per il trasbordo di madre e figlio.

Al di là dello specifico, su cui si sta indagando, la situazione dei trasporti a Roma è da Terzo Mondo. In questi giorni il disagio è alle stelle: la protesta ‘in bianco’ dei macchinisti ha prodotto ritardi e rallentamenti inaccettabili, ed è finita in procura e all’attenzione dell’Autorità sugli scioperi.

 

“Ci dobbiamo interrogare su come sia possibile che questo genere di cose accadano. Bisogna approfondire per capire se ci sono delle responsabilità, soprattutto perché queste cose non si ripetano”, ha detto il prefetto di Roma, Franco Gabrielli.

 

Noi ci interroghiamo da anni, da quel 12 giugno 2013, quando Ignazio Marino si insediò. Non si può più andare avanti così, se ne deve andare. Si comporta sempre, anche nelle tragedie, come una macchietta, come l’ultimo degli ultimi. Lui che dovrebbe essere il primo cittadino.

 

E purtroppo non è il solo incapace di gestire l’amministrazione di un territorio.

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Tutta Italia è in balìa dell’inadeguatezza degli esponenti del Pd. Lo abbiamo scritto ampiamente in questi giorni: Regioni come la Sicilia, la Campania, il Piemonte, la Calabria sconquassate dall’incapacità di chi le guida. Renzi e i suoi discepoli, Marino e i suoi fratelli devono liberare il Paese da questa litania maledetta. Oggi ci ritroviamo con uno Stivale rabberciato e con la Città Eterna trasforma in una città eternamente a disagio.

Danilo Stancato

Twitter: @DaniloStancato