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INTERCETTAZIONI. La Boschi insabbia la telefonata tra Renzi e Adinolfi. Ha ragione Travaglio

 

 

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Le dichiarazioni di ieri di Maria Elena Boschi sono inquietanti. Rispondendo ad un’interrogazione sull’intercettazione del 10 gennaio 2014, che vede coinvolto il Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, il Ministro per le riforme costituzionali e per i rapporti con il Parlamento ha detto che non c’è nulla di grave e che anzi: “Quello che è grave è che intercettazioni senza alcuna rilevanza penale siano finite a un giornale e purtroppo non è la prima volta, speriamo sia l’ultima”. Il dialogo, intercettato nell’ambito dell’inchiesta su Cpl Concordia, tra il premier e il generale della Guardia di finanza Michele Adinolfi, all’epoca dei fatti comandante interregionale dell’Italia del centro-nord a Firenze e oggi numero 2 delle Fiamme Gialle, è stato giudicato penalmente non rilevante e quindi, a detta della Boschi, la diffusione a mezzo stampa (de ‘Il Fatto Quotidiano’) sarebbe deprecabile.

 

Il nostro Ministro dovrebbe capire, però, che le notizie sono tali non solo per la rilevanza penale attribuita dalle inchieste, ma per altri motivi che, personaggi che ricoprono incarichi istituzionali o, comunque, di dominio pubblico dovrebbero tenere ben presenti. L’aspetto morale, per esempio. L’aspetto della decenza, dell’opportunità. L’aspetto professionale e deontologico. Ma il Ministro fa spallucce e se la prende con chi il proprio lavoro lo fa e al servizio dei cittadini, cosa che, ahinoi, non possiamo affermare di lei e del suo governo.

La difesa a spada tratta in questo caso cozza pesantemente con il comportamento che lei ed il suo partito hanno tenuto in altre occasioni simili. Ma questo a loro poco interessa. Sul fatto in questione Maria Elena Boschi riesce ad essere più inconcludente ed ambigua del suo capo di gabinetto:


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“Nella telefonata intercettata non è nemmeno citata l’ipotesi di avvicendamento dell’allora Presidente del Consiglio Letta”.

 

O il ministro ha letto le carte sbagliate o ci prende in giro.

 

Scrive bene Marco Travaglio su ‘Il Fatto Quotidiano’ di oggi:

 

“Nella trascrizione dei Carabinieri si legge infatti che Renzi è incerto fra due opzioni:

 

a) ‘Mettere qualcuno dei nostri… a sminestrare un po` di roba’ nel governo Letta per ‘governarlo da fuori’ con un ‘rimpastone’;

 

b) ‘Buttare all`aria tutto’, cioè rovesciare il governo Letta, il che ‘sarebbe meglio per il Paese perché lui è proprio incapace e prendersi subito Palazzo Chigi’”.

 

A noi il riferimento sembra chiaro e forte. Il discorso della Boschi prosegue sulla falsariga di queste risposte improponibili. Come se gli interlocutori fossero all’oscuro della realtà dei fatti. Perché quando c’è da difendere i loro esponenti si tirano fuori le unghie, quando si tratta di difendere esponenti di altri partiti le unghie, al massimo, si smaltano.

 

E’ il Pd, Pesismo Doppio per antonomasia.

 

Insomma, Maria Elena Boschi se la canta e se la suona da sola. Ma è un ‘falsetto’, se ne sono accorti tutti.

Danilo Stancato

Twitter: @DaniloStancato