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Il PARTITO DEMOCRATICO ‘IN SENSO BIBLICO’. Le 10 versioni del Pd come le 10 piaghe d’Egitto

 

L’ottava piaga d’Egitto rivisitata in chiave moderna si è scagliata contro la povera Italia. Ricordate la biblica invasione di locuste e cavallette? Gli insetti distrussero il raccolto, compromettendo il futuro degli uomini. Così oggi il Pd, in tutte le sue versioni, compromette presente e futuro del nostro Paese. Ieri “Il Mattinale” ha sviscerato meticolosamente tutte le anime del Pd di oggi, facendo emergere quelle principali. Le riproponiamo, come memorandum per chi si imbattesse in una di queste 10 versioni. 10 piaghe d’Egitto, 10 Pd d’Italia:

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1)    Partito  democratico sabaudo, dei Chiamparino e dei Fassino. Sono i sindacalisti dei comuni e delle Regioni. Sono stati sponsor di Renzi. Ora navigano con il broncio. Da quelle parti si rischiano elezioni anticipate.

 

2)    Partito democratico del panettone, insieme sottomesso a Pisapia e renziano. Debolissimo, senza un leader credibile.

 

3)    Partito democratico poco serenissimo. In crisi spaventosa sul Piave e in Laguna. Risentito con Renzi.

 

4)    Partito democratico asburgico, friulan-giuliano. Linea Serracchiani, vincente per caso.

 

5)    Partito democratico emiliano, sazio e disperato, bersaniano e  senza slancio.

6)    Partito democratico granducale, paciosamente renziano, unico feudo sereno.

 

7)    Partito democratico cooperativistico roman laziale. Tra i leader Orfini, Marino, Zingaretti e Buzzi. Un disastro.

 

8)    Partito democratico campano, qui c’è il viceré De Luca e Renzi e i renziani non toccano palla (vedi l’ingloriosa ritirata di Migliore).

 

9)    Partito democratico trullo. Vicerè Emiliano, intelligente, ambiziosissimo, generale di provincia che punta su Roma, e vede con favore ogni inciampo di Renzi.

 

10)      Partito democratico delle intercettazioni sicule. Qui c’è la guerra intestina più feroce, Renzi non ci mette piede. Non ha osato commemorare Borsellino in loco, per evitare contestazioni.

Vignetta-Rosario-Crocetta-9-aprile-2015 (1)

Tutti tremendamente distruttivi, tutti indipendenti, guidati dal Re Solo, Matteo Renzi, pronto a fagocitare potere a più non posso, incurante della deriva del suo partito, del suo governo e del suo Paese. E mentre la bagarre al Senato tra esecutivo e minoranza, alimentata dal tira e molla sulle riforme e sul taglio delle tasse, non trova soluzioni di continuità, i casi spinosi di SICILIA e ROMA lasciano presagire un ritorno anticipato alle elezioni. Ben vengano. In Sicilia a Roma e in tutte le regioni dove la piaga del Pd sta compromettendo il benessere dei cittadini. L’affaire Rosario Crocetta tiene banco sull’Isola. Renzi vuole isolarlo prima di farlo fuori. Oggi pomeriggio il Governatore siciliano, che ha annunciato di voler fare causa a ‘L’Espresso’, sarebbe dovuto intervenire in Aula all’Ars, per riferire sugli ultimi fatti che lo hanno travolto, a partire dalle intercettazioni e dalle dimissioni degli assessori Lucia Borsellino e Nino Caleca. Il suo intervento è stato spostato a giovedì alle ore 12. Renzi vuole far fuori anche Ignazio Marino e sta tentando di fare terra bruciata anche intorno a lui. Abbiamo dedicato 2 pezzi alla realtà siciliana e a quella romana.

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Ricordate come si concludeva il racconto dell’ottava piaga? I corpi degli insetti, alla fine, si sciolsero. Ecco. Se così fosse anche per tutti i Pd sparsi per l’Italia non sarebbe male.

Danilo Stancato

Twitter: @DaniloStancato