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LA LITANIA MALEDETTA – Roma è sempre più sola, proprio come il sindaco Marino. L’isolamento di Renzi sta funzionando. Vuole fare terra bruciata intorno al chirurgo genovese, preferendo premiare i suoi squallidi giochi di correnti piuttosto che dare ai cittadini romani la possibilità di tornare al voto. Speriamo in uno scatto d’orgoglio di Marino, si dimetta e Roma sarà libera

 

Marino ROMA OLIMPICA Krancic

Un’ondata dimissionaria sta per abbattersi sulla giunta Marino. Dopo quelle di Improta e del vicesindaco Nieri, sembrano arrivare all’orizzonte quelle dell’assessore al Bilancio Silvia Scozzese, all’Ambiente Estella Marino e alla Scuola Paolo Masini. Una resa totale, che comprometterebbe definitivamente il percorso di Marino.

Una ‘solitudine mariniana’, che costringerebbe il sindaco ad appiattirsi definitivamente sulla figura di Renzi pronto ad imporre una giunta Pd che faccia in realtà da appendice alla cara Leopolda. I tentacoli dell’uomo solo al comando stanno quindi per afferrare il Marco Aurelio e il temporeggiare prima dell’attacco è dato solo ed esclusivamente dall’attesa per il giudizio del ministro Alfano sulla relazione prefettizia di Gabrielli.

Solo allora, nel caso in cui Alfano decida che non ci siano gli estremi per lo scioglimento per mafia del comune, il Pd deciderà di procedere con la fase due e con il tanto sospirato rimpasto della giunta. Fino ad allora Orfini ha detto che garantirà un garbo istituzionale.

Le solite beghe all’interno del Pd condizionano quindi il corso degli eventi, nel mentre Roma continua la sua trasformazione in una città fantasma.

Marino ha letteralmente perso la testa e la reazione isterica nei confronti della contestatrice in quel di San Lorenzo lo dimostra. Reazione del tutto ingiustificata: se avete il coraggio, chi è a Roma si faccia un giro per le strade di quel quartiere. Vi accorgerete di come sia pericoloso guidare tra voragini e dislivelli, o magari camminando praticherete un po’ di slalom tra le siringhe sui bordi dei marciapiedi. L’Ama da quelle parti passa sempre più raramente. Per non parlare dei disagi che crea la movida notturna nella zona. Insomma un disastro e nonostante ciò Marino insulta una elettrice che è nel pieno diritto di muovere critiche a chi Roma la amministra.

Diciamo la verità, anche noi attendiamo con ansia la disamina del ministro Alfano, quanto meno nella speranza che riesca a fare chiarezza sulla discrepanza di opinioni tra la relazione degli ispettori incaricati da Pecoraro, favorevole allo scioglimento, e quella del prefetto Gabrielli che ritiene che non ci siano gli elementi necessari. A tal proposito proprio ieri il senatore Gasparri attraverso una lettera inviata al Presidente della Commissione antimafia, Rosy Bindi, ha sollecitato lo stesso lavoro fatto in occasione delle ultime regionali per i candidati impresentabili. Un’azione doverosa, considerata anche la bocciatura che è stata inflitta alla mozione presentata da Forza Italia al Senato affinché ci fosse un reale intervento del governo su Mafia Capitale. Non si è fatta attendere la risposta del capogruppo Pd Mirabelli che ha sostanzialmente stoppato la Bindi, annunciando che chiederà il rinvio della discussione su Mafia Capitale in sede di Commissione antimafia.

 

La posta in gioco è troppo alta per il Pd, democrat e renziani non possono permettersi passi falsi. A Roma come in Sicilia l’obiettivo è quello di resistere fino al 2016 quando probabilmente si cercherà di inserire il tutto nel grande carrozzone delle amministrative. Andare al voto adesso significherebbe uscirne con le ossa rotte e a cascata generare una serie di sconfitte irrimediabili. Per cui secondo Renzi è meglio prolungare la lenta agonia di una città allo sbando, magari accompagnata dalla solita annuncite cronica utile a fargli vedere una realtà diversa. Contento lui, scontenti i romani che vogliono un nuovo sindaco. Di centrodestra.

Stefano Peschiaroli

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