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ROMA. Che pena, Capitale! Interrogatori quasi comici e dichiarazioni ridicole: Mirko Coratti (Pd), ex Presidente dell’Aula ‘Giulio Cesare’: “Buzzi assunse una mia conoscente? Fortuite coincidenze”. Ignazio Marino deve agire subito. Prima cosa da fare: se ne vada

 

Marino

S

ulla scia dello scandalo della decisione del Consiglio dei ministri della scorsa settimana (ovvero commissariare di fatto il sindaco di Roma, lasciandolo al suo posto, configurando quindi i reati di omissione e di abuso in atti d’ufficio), continua l’agonia della Capitale, il cui glorioso passato viene giornalmente scalfito dalla gestione del sindaco Ignazio Marino, ora affiancato nelle sue malefatte dal prefetto Franco Gabrielli. Mal comune, mezzo gaudio. E città (e cittadini) nel baratro. Giunta alla fine un agosto devastante per la sua immagine, Roma ospita in questi giorni una sorta di rappresentazione teatrale nei tribunali in cui si stanno svolgendo i processi per Mafia Capitale.

 

Qualche esempio.

 

Mirko Coratti (Pd) fa appello alla ‘serendipità’, ovvero alla casualità, al puro caso quando gli vengono chieste delucidazioni su ‘strane’ assunzioni:

 

“Mi arrivano tante segnalazioni e curriculum… Sì conosco il padre di Ilenya Silvestri che poi è stata assunta da Buzzi. Come mai proprio lei fra tanti? Magari è finita casualmente nella 29 Giugno…”. Sì, certo.

 

Pierpaolo Pedetti (Pd) è accusato di aver ricevuto immobili da Salvatore Buzzi, in cambio di favori. Risponde così durante l’interrogatorio:

“Può darsi pure che di questa convenzione ne abbia parlato con lui, ma arrivano centinaia di telefonate e si dice ‘sì, sì la convenzione’, e poi non me ne sono mai occupato. E per levarmelo dalle scatole gli dico ‘vabbè ‘sto milione…’. Probabile.

 

Giovanni De Carlo, il boss amico di tutti e amante della Dolce Vita, farnetica proprio:

 

“Non ho un domicilio, cambio spesso. La casa al via del Gesù? Sì, è mia… ma cioè no… no, non dormo per strada. Faccio il cameriere, sì, sono assunto, ma non dico dove”. Bah.

 Gabrielli

Potremmo riempire decine di pagine continuando a raccontare questa farsa. Ma il senso si è capito. Negli interrogatori, c’è un filo comune che lega tutti gli accusati: nessuno conosce Massimo Carminati o non ricorda, pochi hanno contezza del perché fossero a cena con Salvatore Buzzi. Tutti, quindi, pensano di prenderci in giro. A cominciare dal sindaco Marino, totalmente inadeguato per il ruolo che ricopre, coadiuvato ora dal prefetto Gabrielli, che però tenta di tenersi ai margini: “Il prefetto non fa politica”. Perchè Marino sì? Roma ha toccato il fondo, spinta da Ignazio Marino e da Matteo Renzi che lo lascia al suo posto. E le toppe che stanno tentando di mettere sono peggiori dei buchi.

 Danilo Stancato

Che pena, Capitale.

Twitter: @DaniloStancato