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ROMA CAPITALE. Il caso Marino è il punto più basso della politica italiana dal dopoguerra. Renzi lo mantiene lì, per convenienza

 
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pocrisia e spudoratezza. Potremmo sintetizzare così la performance del sindaco Ignazio Marino (bentornato) e del Presidente del Pd Matteo Orfini ieri a Roma in piazza Don Bosco (nel quartiere tuscolano, periferia Est della Capitale), laddove ha avuto luogo lo scempio del funerale del boss Vittorio Casamonica.

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Quasi 20 giorni di assenza per Marino, accolto da alcuni sostenitori e da altrettanti “Buffone” alla manifestazione “AntiMafia Capitale”.

 

In barba alle dichiarazioni di Orfini: “Sarà una manifestazione apolitica, sospendiamo per oggi le polemiche politiche”, il sindaco si presenta con un “Così come abbiamo cacciato i fascisti e i nazisti dalla città cacceremo anche la mafia”. Tra un “vai a casa” e l’altro, è lo stesso Orfini a rincarare la dose: “Un sit-in ‘per svegliare le coscienze’. Anche dopo Mafia Capitale si sentiva dire che la mafia non c’è, invece la mafia c’è e va sconfitta. bisogna prendere consapevolezza e il fatto che oggi tutta la città sia qui a dire AntiMafia Capitale serve a svegliare le coscienze”.

 

E proprio sulle loro coscienze (ammesso che si siano effettivamente svegliate, ma è lecito dubitarne) Marino, Orfini, Renzi e tutta la rissosa combriccola del Pd hanno la responsabilità del punto più basso della politica italiana dal dopoguerra ad oggi.

 

La Waterloo italiana. Roma è schernita a livello mondiale, la sua immagine gloriosa è compromessa e nessuno fa niente.

Marino dovrebbe già essere un ex sindaco e Renzi un ex premier. Ma sono tutti e 2 ancora al loro posto. Renzi mantiene Marino in sella, per convenienza, per salvare la faccia sua e del suo partito. Un sindaco commissariato di fatto che resta al suo posto. Ipocrisia e spudoratezza allo stato puro.

Marino è tornato VINCINO

Ma il Presidente del Consiglio e il primo cittadino di Roma sono solo la punta dell’iceberg di una struttura totalmente inadeguata alla gestione di Roma e del Paese ed ogni giorno arrivano conferme. Si pensi allo scivolone di Stefano Esposito, Senatore Pd, commissario di Ostia e da circa un mese nominato assessore ai Trasporti nella Capitale: “Tifo Juve, facevo risse e urlavo Roma mer**. Non conosco il bus 64”. Ditemi voi se questo è un linguaggio consono ad un assessore ai Trasporti. Roma è oramai ridotta ad una macchietta protratta all’infinito e Marino ha le sembianze del famoso cavallo di Caligola, nominato senatore, ma sempre fermo in scuderia per volere dello stesso imperatore romano. Di una cosa i manifestanti presenti (meno di 1000) sono rimasti contenti: per la manifestazione il prato di fronte alla piazza, abbandonato da mesi, è stato falciato e rimesso a nuovo. Alfio Marchini ha fotografato così la manifestazione: “Abbiamo fatto bene a non andare a fare da cornice allo show ipocrita del sindaco palombaro. Alla faccia della manifestazione apolitica! Orfini aveva detto: sospendiamo per oggi le polemiche politiche. Marino fa esattamente l’opposto”. Completamente d’accordo.

 

Ps = Sempre nella giornata di ieri Ignazio Marino è stato raggiunto da un avviso di garanzia. È indagato per diffamazione dopo l’infelice uscita del giugno scorso rivolta ai politici di destra: “Queste sono le rovine che ci ha lasciato questa destra. Perché non tornano dalle fogne da cui sono venuti?”.

 

Un bel tacer no eh?

Danilo Stancato

Twitter: @DaniloStancato