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SCUOLA NON TANTO BUONA. Proteste e sit-in in tutta Italia, dimezzate le ore di sostegno agli studenti disabili, raddoppiati supplenze e disagi. Se questa è una buona scuola…

 

 

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ià, se questa è una buona scuola. Si suol dire: “Buona la prima” alla partenza di un percorso o progetto nuovo, per altro pubblicizzato come ottimo.

 

Pessima la prima nel caso della Buona Scuola di Renzi. Proteste e sit-in in tutta Italia, con tanto di blitz di studenti all’alba di fronte al Miur. Scioperi, assemblee, ritardi, flash mob e disagio in tutta Italia.

 

Battesimo di fuoco per la riforma della scuola del governo Renzi, ma non poteva essere altrimenti. Un tentativo di riformare il settore dell’istruzione all’insegna del pressapochismo, aggravato dalla presunzione di Matteo Renzi di sciorinare dati e previsioni trionfalistiche, infrantesi immediatamente contro il muro della realtà dei fatti.

 Scuola

L’aspetto più delicato è sicuramente quello degli studenti disabili. Con i nuovi parametri introdotti dalla riforma, circa 30.000 studenti disabili hanno iniziato la scuola senza poter contare sull’insegnante di sostegno. Una lacuna gravissima, soprattutto se si tiene conto del fatto che istituzioni e strutture sono a conoscenza (con largo anticipo) del numero di studenti disabili che si apprestano ogni anno ad iniziare la scuola.

 

E mentre il ministro Stefania Giannini annunciava radiosa che il contributo (500 euro) per l’autoformazione della docenza quest’anno sarà inserito in busta paga forse già ad ottobre, al suono della campanella i disagi si moltiplicavano.

 

Le scuole sono invase da supplenti, visto che il 70% dei precari ha preferito congelare la nomina in ruolo ed accettare una supplenza non troppo lontano da casa, a discapito della continuità e della qualità dell’insegnamento. Senza dimenticare la situazione pessima e non a norma del 45% delle strutture adibite all’insegnamento.

L’esecutivo purtroppo non è in grado di affrontare temi così importanti come quello dell’istruzione e vivacchia nella mediocrità, proponendo palliativi piuttosto che soluzioni serie che privilegino qualità e rapidità.

 

Un altro esempio: ha fatto scalpore la notizia della scuola elementare “Manzoni” di Brescia in cui le prime elementari sono composte interamente da stranieri. Bene, il governo, onde evitare valanghe di studenti stranieri bocciati, ha chiesto agli istituti di “adattare le valutazioni” alle loro difficoltà. Una sorta di corsia preferenziale che non trova un fondamento logico. Piuttosto si potrebbero creare classi separate a diverse velocità tra italiani e stranieri. Le difficoltà di chi non è madrelingua sono indubbiamente inconfutabili, ma da qui al 6 politico ce ne passa.

 

Se questa è una buona scuola…

Danilo Stancato

Twitter: @DaniloStancato