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GOVERNO. La Legge di stabilità viene prima della decadenza. Nessuno trucchi le carte

 

 Letta Saccomanni

Cerchiamo di capirci. Con mossa fin troppo scoperta Letta e Alfano cercano di far coincidere la definizione della Legge di Stabilità con la definizione della decadenza di Berlusconi. Lo scopo? Attribuire la crisi all’unico esclusivo motivo dell’offesa subita dal leader di Forza Italia e con lui da tutto il movimento.

Certo che la cosa per noi è gravissima. Ed essa non riguarda solo la persona di Silvio Berlusconi e la nostra gente, ma il cuore stesso della democrazia italiana che verrebbe espiantato. Ovviamente questo argomento è dimenticato da Letta-Alfano. Ma soprattutto la coincidenza di Legge di Stabilità e decadenza vuole attutire, per il risalto drammatico di una decapitazione di un leader politico, il giudizio sulla Legge di Stabilità. Se la Legge di Stabilità, come ormai appare chiaro, resta così, nella sua filosofia, nella sua logica, il nostro no è grande come quello sulla decadenza, ed anzi cronologicamente lo precede! Infatti se la decadenza uccide la democrazia, la Legge di Stabilità alla Saccomanni ammazza l’Italia e la sua speranza di ripresa.

Non è che siamo isolati in questa bocciatura. Ci sono l’Europa e l’Ocse. Ci sono Confindustria e sindacati, Confcommercio e Confartigianato. Hanno tutti torto contemporaneamente? Questa è una Legge di stabilità che non piace a nessuno. Non piace alla Commissione europea, nonostante gli arrampicamenti sugli specchi di Saccomanni. Ai grandi e ai piccoli soggetti economici e sociali. Fatta male, costruita peggio. E che sta avendo un percorso di tipo implosivo. Il governo consente assalti mirati alla diligenza, in parole povere autorizza marchette. Soldi a università private del sud e così via. Da un governo del rigore, del supertecnico di Bankitalia ci si aspettava di più.

 

Siamo agli antichi vizi. É la filosofia che vi sta dietro ad essere sbagliata. Sarebbe servita un’ intelligenza di governo. Capire che stiamo vivendo una transizione verso una possibile ripresa e quindi per non uccidere il bambino nella culla occorreva una Legge di stabilità molto chiara che facesse tagli forti alla spesa corrente e dismissioni forti e credibili. Con quei soldi detassare lavoro e consumi. Abbiamo presentato dieci punti fondamentali, seri. Se ce li danno noi voteremo la manovra. Se non ci danno nessuno o parte consistente di questi punti, è il governo che va all’opposizione di famiglie, imprese, insomma degli italiani. Non noi. E per favore eviti il governo di giocare a far credere quello che non è.

 

 

 

Come indichiamo in altri articoli, noi abbiamo proposte concrete, praticabili, da cui Letta-Alfano-Raccomandi hanno attinto in porzioni minori senza nemmeno avere il buon gusto di riconoscercene il merito.

 

 

PER APPROFONDIMENTI, CONSULTA “IL MATTINALE – 22 novembre 2013”