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EUROPA – TSIPRAS INSEGNA. Cosa dice anche a noi la lezione greca. Si può affrontare questa Europa con armi diverse e con la democrazia, non certo con lo zerbinismo messo in mostra in questi ultimi anni da Monti-Letta-Renzi. Se in quel 2011 l’Italia avesse scelto libere elezioni, tutto sarebbe stato diverso…

 

 Tsipras

L

a riconferma (‘tri’ se prendiamo in considerazione anche l’euro referendum di luglio) di Tsipras, al di là del risultato personale, porta con se molteplici significati.

 

Syriza e Nuova Democrazia hanno ottenuto quasi il 36% dei voti (2 milioni di preferenze) e hanno dimostrato che la volontà popolare, in Paesi dove la democrazia funziona bene ed è rispettata, è ancora il motore che manda avanti tutto.

 

Così i cittadini greci si sono recati alle urne ben consapevoli dell’anno da tregenda che si sono appena lasciati alle spalle e inconsapevoli di cosa riserverà loro il futuro.

Ma altrettanto consapevoli di voler cambiare le cose e di volersi sganciare da chi li ha governati in questi anni, dall’Europa a trazione tedesca che li ha accompagnati passo passo sull’orlo del baratro.

 

Il popolo ha confermato la fiducia a Tsipras, riconoscendogli la coerenza e l’impegno massimo profuso per combattere lo sparacchio dell’Europa, partendo da una posizione d’inferiorità clamorosa e andando avanti solo contro tutti.

 

Il leader di Syriza in questi mesi è stato posto di fronte ad un bivio chiaro e netto, seppur edulcorato dai formalismi di rito: prendere la strada del servilismo e sedersi sulle ginocchia della Merkel (accanto a Renzi) o affrontare questa Europa tentando di far valere le esigenze del popolo ellenico.

Ha scelto l’opzione più difficile, ma anche quella che condivide la maggior parte del suo popolo. E il popolo lo sta ripagando, suggellando i suoi successi personali in serie con il consenso alle urne.

 

Ma ripetiamo: questa dinamica può verificarsi solo in un Paese dove la democrazia funziona. Non dove è contaminata da personalismi, da imposizioni o, peggio, è sospesa da anni.

 Monti

Tsipras ci ha dato una bella lezione. Per questo abbiamo accolto con favore il suo successo, pur avendo radici politiche diametralmente opposte. La lotta contro lo strapotere tedesco è una lotta comune e chiunque si unirà al plotone dei favorevoli al cambiamento di questa Europa sarà ben accetto. Purché lo faccia in maniera civile e democratica come ha fatto Tsipras.

 

Il nostro governo pianga se stesso, perché è causa del suo mal. Nel 2011 si scelse la strada del governo tecnico imposto da affidare a Monti, bypassando la legittimazione popolare.

Se allora fosse stata data all’Italia la possibilità di scegliere, oggi non saremmo in questo regime in cui la democrazia è sospesa e il futuro dei cittadini sempre più incerto.

 

Da allora il tridente Monti-Letta-Renzi si è abbattuto sugli italiani e li ha trascinati sempre più in basso, in un tunnel vorticoso che mina ogni giorno qualsiasi tentativo di ripresa.

 

Ma, prima o poi, la famigerata luce in fondo al tunnel arriverà.

Danilo Stancato

Twitter: @DaniloStancato