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CAOS ROMA – RoMarino sprofonda nel ridicolo. Dopo il Papa, lo sbugiarda anche la Comunità di Sant’Egidio. Tra presunti commensali e false note spese sta svilendo la Città Eterna

 

MarinoSpanding

Caos Roma o meglio caos RoMarino.
È lui, il sindaco di Roma, la principale causa di malessere in città.
Non c’è traffico sul Grande Raccordo Anulare o manifestazione sindacale che tenga; i romani sentono parlare di Marino e stanno male.
La sua capacità e predisposizione a mentire è straripante.
Nell’ordine, solo nell’ultima settimana, è stato sbugiardato da Papa Francesco, dalla comunità diSant’Egidio e dal ristoratore della Taverna degli amici.
Ne mancano altri all’appello, ma questi sono i più rilevanti perché finiti all’interno di uno scandalo che avrà delle gravi ripercussioni sul proseguimento della giunta Marino. Ciò non toglie che a mettere in ridicolo il sindaco, siano state personalità di fama diametralmente opposte.
L’oste del ristorante ne avrà sicuramente tratto i suoi benefici, immaginate la pubblicità. Su una tavola alla quale siede Marino, state pur certi che il cibo e il vino sono di primissimo livello. Immaginate poi se lo scenario è condito dalla presenza femminile della propria compagna, moglie o fidanzata che essa sia. Piuttosto che dover presenziare una triste cena istituzionale a base di scartoffie e chiacchere.
Che dire di Papa Francesco, che durante la sua conferenza in aereo incalzato dai giornalisti ha risposto di non aver mai invitato Marino: il pontefice certamente non ha mai avuto bisogno di farsi pubblicità, al contrario è opportuno pensare che con quelle parole abbia cercato una volta per tutte di tranciare qualsiasi legame di accostamento tra lui e il sindaco di Roma.
Come biasimarlo.
Infine, ecco la smentita più recente; la Comunità di Sant’Egidio, una delle più impegnate nel sociale, in grado grazie all’aiuto nobile dei suoi volontari, di sostentare e sostenere migliaia di persone in difficoltà.
Beh anche loro hanno sbugiardato il sindaco;nessuno di loro ha mai ricevuto un invito a cena, al contrario di quanto dichiarato dal sindaco attraverso le sue note spese.
Un vizietto atavico quello di Marino, il quale già durante la sua esperienza americana, si era reso protagonista di un ritocchino sul conto spese presentato all’università di Pittsburgh. Venne cacciato in seduta stante.
Ci auguriamo che presto si ottenga lo stesso risultato, Marino deve lasciare il Campidoglio.
Deve farlo per Roma, per i cittadini, per tutto il patrimonio culturale della città eterna.
C’è sofferenza dinanzi alle sue falsità.
Ci aveva voluto far credere che dietro i suoi numerosi viaggi si nascondesse in realtà una fitta rete di crowfunding, utile per riqualificare i monumenti di Roma.
Aveva espressamente dichiarato di aver raccolto 13,1 milioni di euro. Tutte bugie.
Gran parte delle somme accordate con laFondazione Telecom, con le generosissime sorelleFendi, con il magnate russo Usmanov o con il governo atzero, non sono assolutissimamente frutto del suo lavoro, ma dell’amministrazione precedente o addirittura del Presidente del Consiglio Renzi.
Già proprio Renzi, uno che come Marino ama salutare sventolando un sombrero altrui. Uno che sulla questione Roma preferisce glissare o magari istituire un ruolo di badante ad hoc per Marino e investire di tale compito il Prefetto della città. Uno che ha paura a dimettere Marino perché sa che il Pd andando ad elezioni prenderebbe una legnata difficile da dimenticare.
Ciò che Renzi non capisce, è che in un verso o nell’altro verrà risucchiato dal vortice Marino.Prolungare questa lenta agonia avrà un effetto negativo sulla città di Roma, che a due mesi e un giorno dall’inizio del Giubileo della Misericordia è letteralmente impreparata per far fronte all’arrivo di circa 30 milioni di pellegrini.
Renzi e Marino abbiate misericordia di noi. Andatevene entrambi, non a cena a spese nostre, ma a casa.
Stefano Peschiaroli
@StePeschiaroli