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Brunetta: Rai, “Renzi scappa sulla trasparenza, governo contro la legge”

 

“Ancora una volta il governo scappa e non batte un colpo sull’attuazione in Rai della total disclosure, della cosiddetta trasparenza, in particolar modo per quanto concerne la pubblicazione del costo annuo del personale comunque utilizzato dalla concessionaria del servizio pubblico radiotelevisivo. In parole povere i compensi delle star, dei collaboratori, dei giornalisti, dei presentatori. Di tutti coloro che hanno a che fare con l’universo Rai.

Quest’oggi alla Camera, per rispondere ad una mia interpellanza, al povero sottosegretario Ivan Scalfarotto hanno scritto cose false e omissive.

Io chiedo solo, ma a gran voce, che venga applicata la legge, chiarissima, che è in vigore. La legge 30 ottobre 2013, n. 125 sulla razionalizzazione della Pa, prevede per la Rai l’obbligo di comunicare al Dipartimento della Funzione pubblica della presidenza del Consiglio dei ministri e al ministro dell’Economia e finanze tutti gli opportuni dati relativi al costo annuo del personale comunque impiegato. A questo riguardo, da più di un anno ormai, il governo ha alimentato un piccolo, grande giallo, sostenendo che la Rai ha ottemperato agli obblighi di legge, trasmettendo i dati dovuti, ma senza chiarire per quale motivo non vengano resi noti. Il sottosegretario allo Sviluppo Economico con delega alle telecomunicazioni, Antonello Giacomelli, in una delle sue ultime esternazioni, prima di perderne le tracce ha annunciato che il Mef avrebbe reso trasparenti i dati entro la fine del 2014, praticamente un anno fa. Alla faccia dell’efficienza e della svolta buona agitata da Renzi.

Le leggi attuali prevedono la trasparenza sui compensi individuali, non ci sono altri giri di parole da fare. Questa assurda vicenda diventa solo politica. Il governo vuole o non vuole attuare la total disclosure? Vuole o non vuole far conoscere agli italiani quanto guadagnano Fazio, Littizzetto, quanto guadagnava Crozza? Dov’è la trasparenza tanto evocata da Renzi?

E il tetto ai dirigenti, i famosi 240mila euro da non superare in alcun modo, sarà rispettato? O anche Campo Dall’Orto e la mia amica Maggiori usufruiranno di piccoli escamotage come hanno fatto i loro predecessori Gubitosi e Tarantola per guadagnare magari il triplo di quanto previsto?

Voglio solo che si rispettino le regole, e che queste regole siano rispettate soprattutto dal presidente del Consiglio, Matteo Renzi, che tanto bello si è fatto vendendo la trasparenza come presunta virtù del suo governo. Io non mollo, io pretendo il rispetto della legge.

Trasparenza per tutti, per il bene della Rai, per il bene del Paese, per il bene della democrazia; e nessuna deroga truffaldina al tetto dei 240mila euro annui per il compenso dei dirigenti della tivù di Stato”.